31.05.2013 Views

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

284 William T.Rowe<br />

regione commercialmente sviluppata del basso Yangtze, oltre alle ribel lioni assai<br />

più vaste di Li Tzu-ch’eng e di Chang Hsien-chung, che de vastarono grandi regioni<br />

dell’impero e dovunque passarono spezzarono gli istituti di dipendenza personale.<br />

La politica del primo periodo Ch’ing non fece che intensificare questo processo.<br />

In un concentrato sforzo di ripopolare le aree del Sudovest e del Centro-sud <strong>della</strong><br />

<strong>Cina</strong> che erano state devastate dalle ribellioni, i Manchu offrirono incentivi come<br />

semi gratuiti e dispensa dalle tasse per i pionieri che avessero ripreso a colti vare i<br />

terreni abbandonati: in questo modo si mise in moto una forte migrazione ed ebbe<br />

inizio una maggiore mobilità geografica rurale. Il favore imperiale, nel primo periodo<br />

Ch’ing, per l’estrazione del rame da parte dei privati nel Sudovest, che costituiva<br />

una netta inversione rispetto alla proibizione Ming contro questo genere di attività<br />

(soprat tutto per il timore suscitato da un così elevato numero di liberi lavora tori)<br />

diede il via a quella che è stata chiamata la «corsa all’oro» cinese del secolo XVIII:<br />

da essa nacque una nuova forza-lavoro, dotata di li bertà e mobilità, e permanentemente<br />

staccata dall’agricoltura fissa. Un ulteriore stimolo alla mobilità geografica<br />

venne durante il regno di Yung cheng (1723­35), allorché le terre in precedenza ufficialmente<br />

riservate a tribù minoritarie furono aperte agli immigranti cinesi Han.<br />

La legislazione imperiale, nel primo e nel medio Ch’ing, operò co stantemente<br />

in favore <strong>della</strong> libera contrattazione dei salari, che ai fau tori <strong>della</strong> linea politica<br />

imperiale sembrava una necessaria componente <strong>della</strong> ricostruzione e <strong>della</strong> crescita.<br />

Fin dal 1645 i nuovi governatori Man chu abolirono il sistema ereditario<br />

di registrazione degli artigiani (chai chi) — un sistema simile a quello delle caste<br />

— iniziato fin dal primo Ming, e li incluse nella categoria generale dei liberi<br />

cittadini comuni (min). Al la fine del secondo decennio del secolo XVIII, l’imperatore<br />

Yung-cheng emanò una serie di decreti in cui si emancipavano gli appartenenti<br />

a nu merose «occupazioni servili» (chien­min), compresi i servitori<br />

ereditari (shih­p’u) dell’Anhwei meridionale, la «gente caduta» (to­min) <strong>della</strong> prefettura<br />

di Shao-hsing, nella provincia del Chekiang, e certe categorie di schiavi<br />

cinesi all’interno dell’esercito Manchu (ch’i­nu). Nei decenni centrali del regno di<br />

Ch’ien­lung (1736­95) la corte emanò una serie di revisioni <strong>della</strong> «legge sui lavori<br />

stipendiati» (ku­kung­fa). Anche se il la voro schiavistico non era proibito del<br />

tutto, questa legge lo limitava alle situazioni in cui una particolare clausola di dipendenza<br />

era scritta nel contratto. Nella grande maggioranza dei casi, compresi<br />

quelli in cui non esisteva un contratto ufficiale, i lavoratori godevano di numerosi<br />

dirit ti, compreso quello di rivolgersi come a un pari grado al datore di lavo-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!