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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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la poesia nella tradizione cinese 323<br />

autorevolezza a qualche loro asserzione, sia per hsing, ossia per spingere gli ascoltatori<br />

a simpatizzare con il loro punto di vista.<br />

All’epoca <strong>della</strong> dinastia Ch’in, il Libro delle odi aveva già acquistato grande prestigio<br />

e, poiché era uno dei testi centrali del sapere confucia no, venne l’ordine di<br />

bruciarlo, da parte del primo imperatore Ch’in, il quale voleva distruggere i valori<br />

tradizionali per sostituirli con il suo statalismo autoritaristico. Ma con la fondazione<br />

<strong>della</strong> dinastia Han, il Libro delle odi venne ricostruito a memoria e reinterpretato per<br />

venire incontro agli interessi degli studiosi Han. Più che in qualsiasi altro mo mento<br />

<strong>della</strong> sua storia, fu la reinterpretazione Han del Libro delle odi a stabilire l’importanza<br />

<strong>della</strong> poesia nella civiltà cinese.<br />

Secondo gli studiosi Han, nel Libro delle odi si trovava la storia mo rale <strong>della</strong><br />

dinastia Chou: era una specie di «storia interiore». La storia contenuta nel Libro delle<br />

odi non parlava di eventi storici, ma piuttosto dava al lettore un senso reale di quel<br />

che si provava allora, tramite la risposta degli autori delle singole composizioni.<br />

Leggendo le poesie del Libro delle odi si supponeva che il lettore dei secoli successivi<br />

sarebbe stato capace di vedere il mondo attraverso la mente e gli occhi <strong>della</strong> gente<br />

di un’epoca più antica. La poesia non era artigianato né arte, ma piutto sto l’irrefrenabile<br />

espressione di forti sentimenti collegati al particolare momento storico e<br />

sociale in cui veniva scritta.<br />

Questa interpretazione Han era codificata nella Grande Prefazione al Libro<br />

delle odi, che divenne la definizione ortodossa <strong>della</strong> poesia per tutto il resto <strong>della</strong><br />

storia <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> tradizionale:<br />

Poesia è ciò che nasce da quel che abbiamo con intensità nella mente. Nella mente c’è<br />

l’intensità dell’intenzione; quando esce sotto forma di parole, è poesia<br />

Le emozioni si agitano interiormente e prendono forma di parole. Se le pa role da sole<br />

non bastano, ci esprimiamo con i sospiri. Se i sospiri non bastano, cantiamo. Se il canto<br />

non basta, muoviamo inconsapevolmente le mani e dan ziamo al ritmo del canto.<br />

Le emozioni emergono sotto forma di suoni; quando tali suoni seguono una legge, li<br />

chiamiamo «musica». Le musiche di un’epoca ben amministrata sono tranquille e liete:<br />

il suo governo è equilibrato. Le musiche di un’epoca di tu multi sono amare e piene di<br />

collera: il suo governo è perverso. Le musiche di una nazione distrutta sono piene di<br />

lamenti e di rimpianti: il suo popolo è in difficoltà.<br />

Anche se la definizione Han è un’affermazione generica aperta a un’ampia varietà<br />

di interpretazioni, essa ha fornito gli indirizzi che hanno guidato lo sviluppo <strong>della</strong> poesia<br />

successiva. Per prima cosa, la poesia non è vista come un’attività limitata ai poeti,<br />

ma come un’attività umana in generale, una cosa che «succede» alla gente quando prova<br />

sentimenti di una certa intensità. Non differisce dal linguaggio ordinario in assolu-

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