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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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250 Patricia Ebrey<br />

piuttosto di risposarsi o che morirono per il dolore <strong>della</strong> scomparsa del marito.<br />

Uno studioso suggerisce che nel secolo VI gli storici cinesi si interessarono particolarmente<br />

ai casi di castità delle vedove a causa del la minaccia di dominio culturale<br />

da parte degli Hsien­pi: la castità delle vedove era una virtù specificamente cinese e<br />

incoraggiandola si veniva a creare una barriera tra la cultura cinese e quella Hsienpi<br />

46 .<br />

Due testi per l’istruzione femminile, scritti nella dinastia T’ang, in segnavano<br />

che le vedove dovevano rimanere fedeli. L’ultimo precetto degli Analetti per giovani<br />

donne è intitolato «Mantenere la castità» (Shou chieh): «Quando marito e moglie “uniscono<br />

i capelli” i princìpi morali che presiedono a questo sono pesanti come mille<br />

pezzi d’oro. Se doves se succedere una sventura e [tuo marito] morisse per primo,<br />

per tre anni porta lutto rigoroso. Devi mantenere i tuoi impegni e fortificare il tuo<br />

cuore. Pensa a proteggere la famiglia, ad amministrare la proprietà e a preparare<br />

la tomba, poi alleva i discendenti e insegna loro a mantenere la reputazione del<br />

morto» 47 .<br />

Il Classico <strong>della</strong> pietà filiale per giovani donne nota come marito e mo glie corrispondano<br />

a yang e yin e siano necessari entrambi: «La moglie è terra: il marito è Cielo.<br />

Di nessuno dei due si può fare a meno». Ma traccia una distinzione: «I mariti hanno<br />

cento attività; le mogli si con centrano su un solo impegno. Gli uomini hanno il dovere<br />

di risposarsi; per le donne non c’è testo che autorizzi “un secondo tuffo”» 48 .<br />

Con precedenti come questi, non c’è da stupirsi che la castità delle vedove<br />

fosse universalmente considerata un ideale nella società Sung. Il governo<br />

premiava con bandiera d’onore e talvolta con elargizioni di grano le donne<br />

che, dopo essere rimaste vedove in giovane età, per lun ghi periodi di tempo<br />

non si fossero risposate: questo per «migliorare i costumi», così come premiava<br />

l’esemplare pietà filiale, dimostrata man tenendo indiviso un patrimonio per<br />

cinque o più generazioni, o sotto ponendosi a rituali di lutto straordinariamente<br />

pesanti, o dando un pez zo <strong>della</strong> propria carne per preparare una medicina per<br />

un genitore malato 49 . Molti scrittori Sung mostrano ammirazione per le vedove<br />

che non si risposano. Lou Yueh (1137­1213), ad esempio, scrive che la ve­<br />

46 Jennifer Holmgren, «Widow Chastity in the Northern Dynasties: The Lieh­nii Bio graphies<br />

in the Wei-shu» in Papers on Far Eastern History, XXIII, 1981, pp. 165-86, in parti colare pp. 185-86.<br />

Gli Hsien-pi erano tribù protomongole che, insieme con vari altri gruppi non cinesi, minacciarono e<br />

conquistarono parti <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> settentrionale nei secoli IV, V e VI.<br />

47 Ku-chin t’u-shu ch’i-ch’eng, edizione Chung-hua Shu-chii, 1934, ts’e 395, 10a.<br />

48 Ibid., ts’e 395, lla.<br />

49 Hsu Sung et al., Sung hui-yao chi-pen, rist. Taiwan, Shih-chien shu-chii, 1964, li 6, la-15a.

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