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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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248 Patricia Ebrey<br />

che ci è pervenuto, gli studiosi hanno trovato solo pochi versi che parli no di piedi<br />

fasciati. Il poeta Hsii Chi (1028­1103) parla di una donna dicendo che «sa come<br />

disporre i quattro arti [per la sepoltura] ma non sa legare i suoi due piedi». Su Shih<br />

(1036­1101) scrisse una poesia in cui descriveva i piedi legati di una danzatrice;<br />

dai versi si ricava la sua meraviglia e il suo desiderio di prenderli fra le mani per<br />

osservarli me glio. La prima indagine a noi pervenuta sulla pratica di fasciare i piedi<br />

fu scritta all’inizio del secolo XII da uno studioso che si riferiva ai piedi fasciati<br />

chiamandoli «piccoli» e «arcuati» e paragonandoli al loto 38 .<br />

Dalla fine del secolo XII in poi, gli accenni casuali alla fasciatura dei piedi<br />

divennero sempre più comuni. La più antica protesta contro la fa sciatura dei piedi<br />

da me trovata è di Ch’e Jo­shui e viene dal tardo Sung: «Non so quando la pratica<br />

di fasciare i piedi alle donne sia iniziata. Bam bine che non hanno ancora quattro o<br />

cinque sui e che non hanno fatto niente di male sono costrette a soffrire infiniti dolori<br />

per fasciare [i loro piedi e farli diventare] piccoli. Non so a che cosa serva tutto<br />

questo» 39 . Una tomba del secolo XIII, in cui era sepolta la giovane moglie di un<br />

membro <strong>della</strong> famiglia imperiale, conteneva molte paia di scarpe per piedi fasciati<br />

e in effetti i piedi <strong>della</strong> donna erano legati con una striscia di tela 40 .<br />

Queste sono le prove <strong>della</strong> diffusione <strong>della</strong> pratica di fasciare i piedi in epoca<br />

Sung. Fino al secolo XI le testimonianze sono molto esigue ed è plausibile che la<br />

pratica fosse comune soprattutto fra le danzatrici e le cortigiane. I letterati frequentavano<br />

questo mondo e sapevano rico noscere un paio di piedi fasciati senza<br />

dover necessariamente avere mo gli e madri dai piedi fasciati. Uno scrittore <strong>della</strong><br />

fine del secolo XIV cita un trattato del secolo XII sull’origine relativamente recente<br />

<strong>della</strong> pratica e poi cita un’altra fonte — a noi ignota tranne che per quest’uni ca<br />

citazione — in cui si diceva che una danzatrice del palazzo di un so vrano del tardo<br />

T’ang (923­935) si era fasciata i piedi per renderli pic coli e curvi come lune nuove.<br />

Conclude dicendo che la gente cominciò a fare altrettanto e che anche se la pratica<br />

rimase alquanto rara per tut to il secolo XI, si diffuse poi per imitazione, cosicché ai<br />

suoi giorni la gente si vergognava di non praticarla 41 .<br />

38 Chieh hsiao chi, edizione Ssu-k’u Ch’üan-shu, vol. 14, p. 7a; Howard S. Levy, Chi nese Footbinding:<br />

The History of a Curious Erotic Custom, New York, Bell, 1967, p. 47; e Chang Pang-chi, Mo-chuang man-lu,<br />

edizione Ts’ung-shu Chi-ch’eng, vol. 8, p. 89.<br />

39 Ch’e Jo-shui, Chiao-ch’i chi, edizione Pai-pu Ts’ung-shu, 1:22a.<br />

49 Fu-chien sheng Po-wu kuan, Fu-chou Nan-Sung Huang Sheng mu, Pechino, Wen-wu Ch’u-panshe,<br />

1982, p. 8.<br />

41 T’ao Tsung-i, Cho-keng la, edizione Ts’ung-shu Chi-ch’eng. 10:158.

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