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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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56 David N. Keightley<br />

ri Kung-yang (fine del periodo Chou) e Ku-liang (inizio Han?) e l’opera a cui si riferiscono,<br />

gli Annali <strong>della</strong> primavera e dell’autunno 28 attribui ti a Confucio — era come<br />

ricondurre alle regole generali i casi particolari.<br />

Una simile tassonomia sociomorale, che finirà per articolarsi nella dot trina<br />

<strong>della</strong> «rettificazione dei termini» (cheng-ming) è non-personale e non-drammatica.<br />

Supponendo che una dedizione di tipo familiare a va lori comuni sia preferibile a<br />

una società di rapporti interpersonali di ti po competitivo, i promotori del li mostrano<br />

una mentalità priva di inte resse per il dibattito logico mirante a mutare le<br />

opinioni di una delle parti; preferiscono invece appellarsi, per difendere le proprie<br />

posizioni e non mutarle, all’autorità di libri e di tradizioni ormai consacrati.<br />

4.4. Arte e culto degli antenati<br />

Anche l’estetica cinese e il disinteresse filosofico per i particolari pos sono essere<br />

collegati al culto degli antenati. Come osserva Fortes: «Gli antichi greci avevano<br />

culti assai articolati relativi alle credenze negli spiriti e nelle ombre, ma non un vero<br />

e proprio culto degli antenati». Egli sot tolinea che «il culto degli antenati è una<br />

rappresentazione o un’esten sione <strong>della</strong> componente autoritaria del rapporto giuridico<br />

tra generazio ni successive; non è un duplicato in termini sovrannaturali del<br />

comples so totale» di relazioni interpersonali, familiari o altre. Il culto degli an tenati,<br />

in breve, non comporta unicamente la fede nella sopravvivenza dei morti; comporta<br />

un ben preciso genere di credenze relative ai mor ti, i quali vengono immaginati<br />

in un modo ben preciso 29 .<br />

Seguendo questo filo di pensieri, propongo l’ipotesi che nelle cultu re esista<br />

un rapporto diretto tra l’importanza attribuita ai ruoli gerar chici dell’autorità<br />

— dei vivi come pure dei morti — e la precisione con cui è concepito l’oltretomba.<br />

Le culture che, nel ritrarre l’altro mondo, o anche questo mondo, prestano<br />

attenzione ai particolari specifici, pos sono non avere bisogno di una gerarchia<br />

sociale ben definita, o culto dei morti (o forse prestano attenzione ai<br />

particolari proprio perché non hanno una siffatta gerarchia). Quando l’autorità<br />

dei vecchi e degli ante nati funziona bene in questo mondo, si sente meno<br />

il bisogno di ritrarre l’ambiente dell’altro mondo. Questo suggerimento — che<br />

si può collega re alla precedente analisi dell’impersonalità dei morti — sarebbe<br />

in gra do di spiegare la nota osservazione che, anche se nell’antica <strong>Cina</strong> si in-<br />

28 Si veda la voce Primavera e autunno nel Glossario.<br />

29 Meyel Fortes, «Some Reflections on Ancestor Worship in Africa», in M. Fortes e G.<br />

Dieterlen (a cura di), African Systems of Thought, London, Oxford University Press, 1965, pp.<br />

125, 133.

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