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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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282 William T.Rowe<br />

vicinanze parteciparono sempre più attivamente all’industria artigiana le rurale.<br />

Così, anche se la distribuzione spaziale dell’attività protoin dustriale in <strong>Cina</strong> è un argomento<br />

su cui occorre compiere ancora molte ricerche, è probabile che la grande<br />

intensificazione <strong>della</strong> produzione ar tigianale che si verificò dal secolo XVI al XVIII<br />

sia stata uno sviluppo altrettanto suburbano quanto urbano o rurale.<br />

L’idea di una specifica era «protoindustriale» — definizione sorta ini zialmente<br />

per riferirsi ai cambiamenti verificatisi nelle strutture fami liari rurali all’inizio<br />

dell’Europa moderna — ha recentemente incontrato il favore degli studiosi occidentali<br />

che si occupano dei cambiamenti al l’interno delle città e fra città nei secoli<br />

che precedono l’introduzione delle macchine a vapore 5 . In Europa questo periodo<br />

fu contrassegnato da una grande crescita nel livello complessivo <strong>della</strong> produzione<br />

artigia nale indirizzata a mercati lontani. Questa crescita era soprattutto con centrata<br />

in talune regioni, e in esse l’economia «naturale» rurale, auto sufficiente, scomparve<br />

del tutto. Queste regioni furono anche oggetto di una forte immigrazione interna<br />

che in gran parte, anche se non nella sua totalità, riguardava le città capoluogo di regione:<br />

queste città aveva no un ruolo chiave nell’esportare i manufatti <strong>della</strong> regione<br />

stessa e nel coordinare i processi produttivi complessivi, anche quando le attività<br />

produttive erano ripartite tra abitanti urbani, suburbani e rurali. In es senza, fu la<br />

regione nel suo complesso a divenire semiurbanizzata.<br />

Un analogo processo operò in <strong>Cina</strong> tra il secolo XVI e l’introduzione dell’industria<br />

meccanizzata alla fine del secolo XIX. Se, come hanno sostenuto gli storici<br />

<strong>della</strong> Repubblica Popolare Cinese, una conseguen za sociale dell’inizio <strong>della</strong> moderna<br />

rivoluzione commerciale fu la com parsa di un distinto «ethos urbano» (shihmin<br />

ssu-hsiang) in contrasto con i valori pastorali dell’ortodossia confuciana, l’alta<br />

velocità di ricam bio <strong>della</strong> popolazione urbana portò molto presto alla dispersione<br />

di que sti valori entro la società nel suo complesso, almeno in regioni altamen te<br />

sviluppate come il delta dello Yangtze, la confluenza di Yangtze e Han e in sacche<br />

lungo la costa sudorientale. Nello stesso tempo, queste aree conobbero anche un<br />

processo di dislocazione sociale, chiaramente riflesso nella letteratura popolare del<br />

periodo. Ad esempio, un romanzo del tardo Ming (riassunto da Judith A. Berling)<br />

descrive l’impressione di anomia (assenza di legge) da parte di alcune élite di stampo<br />

tradizio nale in un chen del basso corso dello Yangtze:<br />

5 Jean de Vries, European Urbanization, 1500-1800, Cambridge, Harvard University Press, 1984,<br />

e Paul M. Hohenberg e Lynn Hollen Lees, The Making of Urban Europe, 1000-1950, Cambridge,<br />

Harvard University Press, 1985, parte II.

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