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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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358 Paul S. Ropp<br />

le digressioni, soprattutto nell’ultimo terzo del romanzo. Eppure que st’opera è<br />

sempre stata apprezzata dai cinesi per la purezza <strong>della</strong> sua prosa parlata, per la<br />

distinzione e l’autorevolezza <strong>della</strong> personalità del l’autore, per la sua vivace galleria<br />

di tipi sociali indimenticabili, presi dalla confusione <strong>della</strong> società sempre più urbana<br />

che si stava formando nella <strong>Cina</strong> del secolo XVIII. Una civiltà antica come<br />

quella cinese porta inevitabilmente a una forte dose di pedanteria da parte dei suoi<br />

intellet tuali, e Wu Ching­tzu, con il pungiglione <strong>della</strong> sua satira, fa afflosciare i<br />

palloni gonfiati <strong>della</strong> pomposità intellettuale. Come prima opera lunga totalmente<br />

dedicata alla satira sociale, lo Ju-lin wai-shih ha continuato a ispirare gli scrittori cinesi<br />

fino ai secoli XIX e XX 24 .<br />

Il più grande romanzo cinese, però, è per consenso comune lo Hung lou meng (Il sogno<br />

<strong>della</strong> camera rossa) 25 . Pubblicato originariamente nel 1792, lo Hung-lou meng non ha<br />

uguali tra gli altri romanzi cinesi per la sua profondità psicologica, le sue ambizioni<br />

filosofiche e la sua com plessità, che si estende su molti livelli. Incompleto alla data<br />

<strong>della</strong> morte dell’autore, lo Hung-lou meng ha suscitato più controversie testuali e interpretative<br />

di tutti gli altri romanzi cinesi tradizionali messi insieme. Nel secolo<br />

XX, le ricerche su questo romanzo sono divenute una branca a sé <strong>della</strong> storia <strong>della</strong><br />

letteratura, chiamata «studi rossi» (hung-hsueh) in cui centinaia di studiosi hanno<br />

cercato di risolvere problemi relativi al suo autore, ai primi commentatori, alle<br />

diverse edizioni e ai vari mano scritti, e ai significati nascosti dell’opera. Il romanzo<br />

è stato definito, tra l’altro, come un’autobiografia, una tragica storia d’amore a tre,<br />

un’al legoria, un complesso libello anti-Ming sotto mentite spoglie, una sum ma enciclopedica<br />

<strong>della</strong> cultura cinese e una denuncia rivoluzionaria di una cultura feudale<br />

decadente.<br />

La complessità dello Hung-lou meng inizia con il suo linguaggio. L’o-<br />

24 Per un utile studio <strong>della</strong> satira di Wu Ching-tzu si veda Timothy C. Wong, Wu<br />

Ching-tzu, Boston, Twayne, 1978. La critica sociale contenuta nello Ju-lin wai-shih è studiata in Paul S.<br />

Ropp, Dissent in Early Modern China: «Ju­lin wai­shih » and Ch’ingSocial Criticism,<br />

Ann Arbor, University of Michigan Press, 1981.<br />

25 La più elegante traduzione del romanzo di Ts’ao Hsueh-ch’in è David Hawkes e John Minford<br />

[traduttori], The Story of the Stone, Harmondsworth, Penguin, 1973-86, 5 voll. Un’al tra traduzione<br />

completa è Hsien-yi Yang e Gladys Yang [traduttori], A Dream of Red Man sions , Peking, Foreign<br />

Languages Press, 1978-80, 3 voll. La migliore edizione condensata in un solo volume è Florence<br />

McHugh e Isabel McHugh [traduttori], Dream of the Red Cham ber, Westport, Greenwood Press, 1975 2 .<br />

Un’altra versione, maggiormente ridotta, è Chi chen Wang [traduttore], Dream of the Red Chamber, New<br />

York, Anchor, 1958 [traduzioni italiane: Il sogno <strong>della</strong> camera rossa, Torino, Einaudi, 1958, tratto dalla<br />

traduzione di F. Kuhn, Der Traum der Roten Kammer, Leipzig, 1932; Il sogno <strong>della</strong> camera rossa, trad. e cura<br />

di Edoarda Masi, 2 voll., Torino, Utet, 19812].

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