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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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I re saggi e le leggi nella tradizione cinese e in quella greca 129<br />

che avevano provocato catastrofi con il trascurare i loro doveri e con il cattivo uso<br />

delle risorse dello stato. Più volte un ministro Han avvertì l’imperatore, senza mezzi<br />

termini, che se un sovrano abusava <strong>della</strong> fi ducia posta nella sua carica rischiava<br />

di essere abbattuto con la forza.<br />

Ma le tesi confuciane a favore del rispetto delle tradizionali leggi de gli antichi re<br />

ebbero influenza sui monarchi Han? Lo storico cita vari casi in cui si affermava che<br />

anche i membri del clan imperiale erano sog getti alle leggi tradizionali. Un interessante<br />

caso riguarda l’imperatore Wu e lo descrive in modo alquanto sorprendente,<br />

per un così noto ti ranno. Quando fu costretto a condannare il nipote, figlio di una<br />

sua so rella morta, l’imperatore Wu «pianse e sospirò» davanti alla corte nel pronunciare<br />

il giudizio. Ma perché l’imperatore Wu fece il suo dovere anche in un caso<br />

in cui colpiva una persona del suo stesso clan? A quan to è stato riferito, egli disse:<br />

«Le nostre leggi e le nostre regole sono state create dagli imperatori che ci hanno<br />

preceduto. Se dovessi fare un torto alle loro leggi unicamente per il ricordo di mia<br />

sorella, con quale coraggio mi presenterei poi al tempio ancestrale di Kao­tsu?» 57 .<br />

Proba bilmente, l’imperatore aveva le sue ragioni per approfittare dell’occa sione<br />

di eliminare un rivale, e sfruttò le leggi del clan per giustificare il proprio operato.<br />

Ma non osò presentare la sentenza come una sua sem plice decisione personale.<br />

Comunque, non si può neppure escludere che quel sovrano tirannico fosse davvero<br />

riluttante a violare le leggi tradi zionali dei suoi antenati.<br />

Conclusioni<br />

Nella tradizione classica <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> e in quella dell’Occidente trovia mo la coesistenza<br />

tra il rispetto <strong>della</strong> legge e la convinzione che un’ec cessiva aderenza a leggi<br />

fisse possa nuocere a un’efficace gestione del governo. In generale, gli antichi pensatori<br />

cinesi sembrano preoccuparsi maggiormente dell’armonia e <strong>della</strong> pace che<br />

dei diritti degli individui a partecipare pienamente al governo <strong>della</strong> cosa pubblica.<br />

Anche se i gre ci valutarono più approfonditamente le molte possibili forme di<br />

gover no e il modo in cui le leggi e le istituzioni si potessero conciliare con l’autorità<br />

dei cittadini istruiti, i cinesi fin dall’inizio <strong>della</strong> loro storia ri tennero che l’ordine<br />

ideale doveva basarsi su un sistema completo, su larga scala, che unificasse tutta la<br />

popolazione sotto un solo governante.<br />

57 Han-shu, 65.2852.

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