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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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312 Michael Sullivan<br />

giardino cinese se l’Inghilterra stessa non fosse già stata sulla soglia del la rivoluzione<br />

romantica. La più perfetta realizzazione europea del nuo vo concetto anglocinese<br />

di giardino venne raggiunta a Stourhead (1741), e i bei disegni di questo parco,<br />

opera dell’architetto svedese F. M. Pi- per, si potrebbero facilmente confondere<br />

con i progetti di un giardino di Soochow (si veda la fig. 33).<br />

Con la fine del secolo XVIII, l’influenza cinese sulla sensibilità in glese ed europea<br />

aveva fatto la sua opera e si ritirava dalla scena; non c’era posto per il gusto<br />

cinese nel gelido, austero mondo del neoclassici smo. Poi, con il procedere del secolo<br />

XIX, la <strong>Cina</strong> e la cultura cinese persero rapidamente il proprio fascino. Le<br />

Guerre dell’oppio, l’influen za dei missionari, il declino dei Manchu contribuirono<br />

a dare l’impres sione di un popolo crudele e imperscrutabile, di una civiltà corrotta<br />

e decadente. Inoltre, dal 1868 in poi, fu il Giappone, lusinghevolmente occupato a<br />

trasformarsi a immagine dell’Occidente, a raccogliere tutta l’ammirazione. Si poteva,<br />

come Whistler e Oscar Wilde, manifestare entusiasmo per la porcellana bianco<br />

e blu, ma la cultura cinese non ve niva presa sul serio. Ancora nel 1906 il direttore<br />

del Metropolitan Mu seum di New York poteva commentare, di fronte al tentativo<br />

di distin guere tra arte cinese e giapponese: « Sono tutte sciocchezze». Per vario<br />

tempo, nel secolo XX, ci furono solo i collezionisti di porcellane cinesi, uomini<br />

come J. P. Morgan e George Eumorfopoulos, a rappresentare quel che rimaneva<br />

dell’antica ammirazione per la cultura cinese. Ma il loro approccio era quello del<br />

conoscitore che apprezza l’opera d’arte in sé, per le sue caratteristiche sensuali, e<br />

non bada alle idee che le stanno dietro né alla civiltà che l’ha prodotta.<br />

L’interesse per l’arte cinese sarebbe potuta rimanere a questo livello se la <strong>Cina</strong><br />

non avesse cominciato a emergere dal sonno feudale e l’Occi dente non avesse<br />

scoperto la poesia e la letteratura cinesi. Il lavoro di studiosi come Arthur Waley ha<br />

aperto una finestra sul pensiero e sul modo di sentire cinesi, e gli occidentali sono<br />

stati in grado di rispondere a esso, per la sua umanità e perché il mondo rivelato<br />

da Waley e da altri valenti traduttori era molto diverso da quello che si incontrava<br />

nei gior nali e nei film. Leggendo in traduzione i pensieri dei poeti e dei pensa tori<br />

cinesi, l’Occidente cominciò finalmente a capire la pittura cinese.<br />

Il linguaggio <strong>della</strong> pittura cinese è ricco e vario. Alcune tradizioni sono più accessibili<br />

di altre. Alcune scuole si possono apprezzare facil mente, ad esempio i dipinti di<br />

paesaggi degli accademici del Sung Meri dionale, come Ma Yuan (si veda la fig. 34) e<br />

Hsia Kuei, in cui il senti mento romantico, vagamente melanconico, è esplicitamente<br />

espresso nello stile e in cui i sentimenti, spesso, sono altrettanto convenzionali quanto

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