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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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126 Karen Turner<br />

tuzioni cinesi, a causa dell’antico pregiudizio sull’impero del Ch’in e sulle sue leggi<br />

anche se, come l’impero romano, l’impero Ch’in creò una strut tura politica unitaria<br />

che finì per favorire la diffusione delle idee classi che. Se ricordiamo però che le<br />

leggi esistevano soprattutto per assicura re la giusta comminazione delle pene e se<br />

ci riferiamo a testi delle epo che Ch’in e Han, anziché alle successive interpretazioni,<br />

vediamo che alcune pratiche del primo periodo imperiale non sono affatto in<br />

contra sto con la teoria politica classica.<br />

Alcuni pensatori chiedevano leggi chiare basate su princìpi naturali e immutabili<br />

e applicate da funzionari di mente aperta. Anche se non abbiamo prove che gli<br />

imperatori Ch’in o Han abbiano mai fatto riferi mento alla legge naturale basata sul<br />

tao nel prendere le loro decisioni troviamo varie testimonianze, nelle Memorie storiche<br />

di Ssu-ma Ch’ien 51 scritte circa un secolo dopo la fondazione <strong>della</strong> dinastia Han, di<br />

come alcuni governanti prendessero molto seriamente il loro dovere di chiari re le<br />

leggi. Ssu-ma Ch’ien ci dice che il primo imperatore del Ch’in rese pubblicamente<br />

note, facendole scolpire su stele di pietra erette per con vincere i popoli orientali da<br />

lui recentemente conquistati, le sue buone intenzione di «chiarificatore di leggi», di<br />

re che intendeva «cancellare le ambiguità» 52 . Ma la dinastia Ch’in incontrò l’ostilità<br />

dei primi sta tisti Han perché non era riuscita a mantenere la propria promessa di<br />

chiarire e semplificare le leggi e di controllare i magistrati. Un funzio nario Han osservò<br />

che la burocrazia Ch’in permetteva ai funzionari di «approfittare delle numerose<br />

leggi poco chiare per aumentare la propria autorità... e di prendere le decisioni<br />

di vita e di morte secondo la pro pria capricciosa illuminazione» 53 .<br />

Le opinioni degli Han sul Ch’in e le sue leggi sono piuttosto ambi gue: incontriamo<br />

sia il rispetto perché il Ch’in era riuscito a soddisfare le speranze dei<br />

filosofi portando l’unione e la pace, sia la paura <strong>della</strong> tirannia possibile con un<br />

monarca forte e lo sgomento davanti al costo oppressivo di tenere in vita la grande<br />

macchina istituzionale dell’impe ro. E difficile dare un giudizio del Ch’in, perché<br />

la nostra principale fonte di informazioni è lo storico Ssu-ma Ch’ien, che fu punito<br />

con l’e virazione, per ordine dell’imperatore Wu (141­87 a. C.) degli Han, un<br />

51 Si veda la voce Ssu-ma Ch’ien nel Glossario.<br />

52 Shih-chi, Pechino, Chung-hua, 1959, cap. 6, p. 245. Per una traduzione di parti del<br />

testo si veda Burton Watson [traduttore], Records of the Grand Historian of China: Translated<br />

fron the Shih chi of Ssu-ma Ch’ien, New York, Columbia University Press, 1961, 2 voll. e<br />

Yang Hsien-yi e Gladys Yang [traduttori] Selections from Records of the Historian, Peking,<br />

Foreign Language Press, 1979.<br />

53 Han-shu, 49.2296.

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