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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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352 Paul S. Ropp<br />

è il primo grande romanzo cinese di morale e di costume, un ritratto meticoloso<br />

e approfondito <strong>della</strong> vita quotidiana di un mercante cinese, Hsi-men Ch’ing, e dei<br />

numerosi membri <strong>della</strong> sua famiglia. Forse biso­ gnerebbe definire il Chin P’ing Mei<br />

il grande romanzo cinese dell’assen­ za di morale e di (buone) maniere perché è da<br />

molto tempo considerato una delle opere più disinibite <strong>della</strong> letteratura erotica e<br />

pornografica <strong>della</strong> sia pur ricca tradizione cinese in questo campo.<br />

Come già osservato, il didatticismo è sempre stato un contrassegno <strong>della</strong> letteratura<br />

cinese e molti moralisti cinesi (per non dire dei genitori preoccupati) hanno<br />

condannato il Chin P’ing Mei per il suo erotismo fan- tasioso e indefadigabile.<br />

Però, la cornice complessiva del romanzo è di tipo morale, giacché il Chin P’ing<br />

Mei ci mostra le terribili e inevitabili conseguenze di una vita dedicata unicamente<br />

all’edonismo sessuale. Quel che è più importante in senso artistico, però, è il nudo<br />

realismo del ro- manzo, che ci offre un irresistibile ritratto pluridimensionale di<br />

una so- cietà in rapido cambiamento, impazzita per il denaro e per la voglia di<br />

promozione sociale.<br />

Il Chin P’ing Mei affonda le radici nella vita quotidiana assai più pro- fondamente<br />

degli altri romanzi finora esaminati. Come osserva acuta­ mente Patrick<br />

Hanan: «Se nella definizione di romanzo moderno 16 rientra il dovere di ritrarre<br />

il cambiamento o il conflitto sociali attraver­ so l’attenta documentazione del<br />

tessuto <strong>della</strong> società, allora il Chin P’ing Mei è il primo vero romanzo moderno<br />

cinese» 17 . È naturale perciò che questo romanzo sia apparso quando si affacciava<br />

il secolo XVII, un’e- poca di rapida espansione economica, di sviluppo<br />

delle città, e di cre- scente uso <strong>della</strong> moneta. In <strong>Cina</strong>, il secolo XVII fu anche<br />

un’epoca di notevole fermento filosofico: il mondo confuciano era sconvolto<br />

dalla crescita di una scuola di pensiero iconoclastica, idealistica e individuali-<br />

stica che contestava l’ortodossia conservatrice; e il mondo letterario fu<br />

Capricorn, 1960, e in una seconda versione, più completa, ma anch’essa non integrale: Cle- ment<br />

Egerton [traduttore], The Golden Lotus, London, Routledge & Kegan Paul, 19722, 4 voll. Una nuova<br />

traduzione completa che supererà le precedenti è attualmente in corso, a opera di David Roy <strong>della</strong><br />

University of Chicago [la trad. ital. di P. Jahier e Maj­Lis Rissler Stoleman, Chin P’ing Mei, Torino,<br />

Einaudi, 1956, nuova ediz. accresciuta a cura di Olimpio Cescatti, Milano, Feltrinelli, 1970, 2 voll., è<br />

condotta sulla versione inglese di Mia.<br />

16 [«Romanzo moderno»: il termine usato da Patrick Hanan, nove!, non ha equivalen- te italiano,<br />

ma si riferisce al «nuovo» romanzo veristico e sociale del Sette­Ottocento, con­ trapposto al romance,<br />

avventuroso, fantastico e sovrannaturale].<br />

17 P. Hanan, «The Development of Fiction and Drama» cit., p. 134. Hanan affronta questo tema<br />

anche in un altro saggio: «A Landmark of the Chinese Novel» in University of Toronto Quarterly, 3,<br />

XXX, aprile 1961, pp. 325-35.

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