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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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52 David N. Keightley<br />

te all’oggetto. Gli schematismi, i simboli, i messaggi, le regole e così via sono del<br />

tutto all’interno <strong>della</strong> realtà: non la trascendono metafisicamente, ma semplicemente<br />

rendono poco importanti i suoi particolari esisten ziali. Come ha scritto<br />

Girardot dei miti cinesi:<br />

I materiali e i temi mitici sono entrati nella letteratura cinese come serie di modelli<br />

estremamente astratti ed essenzialmente statici, per organizzare e valutare la vita<br />

umana.<br />

I temi mitici dell’antica letteratura cinese, in altre parole, spesso sembrano ridursi<br />

al loro codice «logico» interno o all’implicita struttura cosmologica di una classificazione<br />

binaria yin-yang 22 .<br />

L’«immanenza» cinese, perciò, è in netto contrasto con la passione e l’attenzione<br />

<strong>della</strong> Grecia arcaica per il particolare individuale come fine a se stesso,<br />

esistenzialmente parlando, e con il riconoscere che la realtà è capricciosa,<br />

ironica, indifferente, non simbolica, esistenziale, non essenziale, «quella tendenza<br />

<strong>della</strong> mente a guardare all’esterno, che ci mostra le cose nella loro esattezza,<br />

ciascuna distinta dall’altra, e che sem bra ignorare del tutto l’idea che<br />

il pensiero isola e cobra la realtà». Queste caratteristiche sono assenti negli antichi<br />

testi cinesi che sono giunti a noi. John Finley si è riferito all’atteggiamento<br />

<strong>della</strong> Grecia arcaica co me a quello <strong>della</strong> «mentalità eroica »; riporto le sue<br />

parole perché ci fan no vedere bene le differenze rispetto alla tradizione cinese:<br />

Quando nel libro sesto dell’Iliade, Ettore ritorna a Troia e incontra alle porte la<br />

moglie e il figlio di pochi anni e fa per prendere in braccio il figlio, il bambi no si ritrae,<br />

spaventato dall’armatura di bronzo del padre e dal suo elmo dalla cresta di crini di cavallo;<br />

allora Ettore ride, si toglie l’elmo e lo posa, tutto lu cente, sul terreno. In una scena<br />

così profondamente sentita, nessun altro che Omero si sarebbe soffermato a notare<br />

la presenza dell’elmo, così luccicante, pres so le figure umane. E come se anch’esso,<br />

in qualsiasi circostanza, mantenesse la sua particolare essenza, che non cambia per il<br />

solo fatto che le persone sono tri sti o sono felici, ma rimane quello che è, una delle<br />

innumerevoli entità fisse che costituiscono il mondo. Analogamente, nei poemi epici,<br />

le navi restano veloci, il bronzo affilato, il cielo stellato, i fiumi rapidi. Anche se gli<br />

eroi lottano e muoio no, tutto nel mondo esterno mantiene la sua coerenza originale 23 .<br />

22 Norman J. Girardot, «Behaving Cosmogonically in Early Taoism» in Robin W. Lo­ vin<br />

e Frank E. Reynolds (a cura di), Cosmogony and Ethical Order: New Studies in Comparati ve Ethics,<br />

Chicago, University of Chicago Press, 1986, p. 71. Girardot si riferisce anche al l’opinione di<br />

Sarah Allan, The Heir and the Sage. Dynastic Legend in Early China, San Franci sco, Chinese Materials<br />

Center, 1981, p. 18, che «servendosi del mito nella discussione poli tica e filosofica, lo scrittore<br />

cinese opera a un livello di astrazione superiore, e con una mag giore consapevolezza, di<br />

quelli che solitamente attribuiamo al pensiero mitico. Non narra leggende, ma astrae da esse».<br />

23 John H. Finley, Jr., Four Stages of Greek Thought, Stanford, Stanford University Press,<br />

1966, pp. 3, 4, 28. Analoghe osservazioni sullo stile di Omero nell’Odissea si incontra-

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