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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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366 Glossario<br />

periodo fu un funzionario addetto alla preparazione <strong>della</strong> lacca, ma abbandonò<br />

il posto per vivere nell’oscurità, poveramente, con i suoi discepoli. Il suo insegnamento<br />

principale è il wu wei («non agire», «non apparire») e perciò, in con­ trasto<br />

con le principali scuole dell’epoca — legisti*, confuciani* e moisti* — Chuang Tzu<br />

consiglia ai suoi allievi di non accettare cariche pubbliche e di non cercare beni<br />

materiali. Il principale bersaglio <strong>della</strong> sua ironia è Confucio, che viene presentato<br />

come un confusionario che dà insegnamenti contraddittori agli allievi. A giudicare<br />

da alcuni episodi contenuti nel suo libro di aforismi, la fa- ma di Chuang Tzu si<br />

diffuse tra i regni vicini, ma il filosofo non accettò mai gli incarichi che gli venivano<br />

offerti, preferendo, come ebbe a dire egli stesso secondo la tradizione, «trascinare<br />

la coda nel fango » come le tartarughe vive anziché morire ed essere venerato come<br />

i gusci delle tartarughe sacre.<br />

Commentari (di Primavera e autunno): si veda Primavera e autunno.<br />

Confuciani, confucianesimo: si veda Confucio.<br />

Confucio: Sarebbe nato a Ch’ii­fu (o a Ch’üeh­li), nello stato di Lu, nel 551 a.<br />

C. e vi sarebbe morto nel 479 quando già i suoi allievi ammontavano a pa- recchie<br />

migliaia. Di famiglia nobile decaduta, trascorse la giovinezza in pover­ tà, finché,<br />

dopo avere ricoperto incarichi modesti, il signore di Lu lo chiamò al suo servizio<br />

e nel 500 a. C. lo nominò ministro. La sua abilità amministrati- va e la sua onestà<br />

destarono però le invidie degli altri signori feudali, preoccu- pati che lo stato di Lu<br />

si rafforzasse troppo, e uno di questi, il signore di Ch’i, cercò di mettere discordia<br />

tra Confucio e il suo sovrano. Inviò perciò in dono al signore di Lu cavalli e danzatrici<br />

per distoglierlo dagli affari di stato. L’in- ganno ebbe successo. Il signore di<br />

Lu cominciò a trascurare le udienze, mo- strando di preferire la compagnia delle<br />

danzatrici a quella del severo ministro, e questi, dopo avere inutilmente cercato di<br />

ricondurre il suo signore sulla retta via, fu costretto a dimettersi, dopo meno di<br />

cinque anni, e andò in esilio. Dopo avere offerto inutilmente i suoi servigi ad altri<br />

principi, si dedicò all’insegna- mento e alla raccolta degli scritti e delle poesie del<br />

passato. La sua dottrina propugna infatti il ritorno al periodo iniziale <strong>della</strong> dinastia,<br />

quando sulla terra vivevano i re saggi legislatori e la società era in armonia. Per poter<br />

ritornare a quell’età dell’oro, occorreva restaurare le istituzioni del passato e ridare<br />

vita agli antichi riti, che ribadivano il perfetto ordine gerarchico <strong>della</strong> società, ma<br />

che ai tempi di Confucio erano svolti in modo non corretto, da persone che non ne<br />

avevano diritto (e che quindi offendevano gli dèi invece di attirarsi la loro benevolenza).<br />

I principali testi <strong>della</strong> dottrina di Confucio sono i Cinque Classici (Wu Ching)<br />

e i Quattro Libri (Ssu Shu); i Cinque Classici sono il Libro dei mutamenti* (I Ching), il<br />

Libro dei documenti* (Shu Ching), il Libro delle odi* (Shih Ching), le Memorie sui riti (Li-chi)<br />

e Primavera e autunno* (Ch’un-ch’iu); i Quattro Libri sono la Grande scienza (Ta-hsiieh), il<br />

Giusto mezzo (Chung-yung), gli Analetti (Lun-yii) e il Mencio (Meng-tzu). A questi si sono<br />

aggiunte in seguito altre opere minori come i commentari di Tso, di Kung e di Ku<br />

a Primavera e autunno, i Riti di Chou* (Chou-li), i Riti di etichetta* (I-li), il Libro <strong>della</strong> pietà

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