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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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110 Karen Turner<br />

territoriali per il bene <strong>della</strong> pace. Nella meritocrazia basata sulla morali tà che scaturì<br />

dall’epoca classica <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>, i re non erano esenti da cri tiche, non più di quanto<br />

lo fossero i loro ministri. In <strong>Cina</strong> non troviamo nulla di simile all’eloquente tesi di<br />

Platone che il governante saggio può agire egli stesso come se fosse la legge. Gli<br />

scrittori cinesi miravano so prattutto ad avvertire il sovrano delle gravi conseguenze<br />

di violare i pre cetti che definivano il buon regno. Nonostante le profonde differenze<br />

tra confuciani e legisti sullo scopo del governo e sulle sue giuste forme, entrambe<br />

le scuole concordavano nel sostenere che il signore era vinco lato da un insieme di<br />

norme costituenti una Legge che trascendeva la sua volontà e le necessità immediate<br />

dello stato.<br />

Come le loro controparti greche, gli scrittori cinesi che esaminerò vis sero in<br />

tempi difficili. Confucio (551­479 a. C.) vedeva il declino <strong>della</strong> nobiltà ereditaria e<br />

il sorgere di uomini nuovi che potevano governare gra zie alle loro capacità anziché<br />

per diritto di nascita, ma aveva ancora la spe ranza che il li, le prescrizioni rituali che<br />

vincolavano la vecchia nobiltà, potesse estendersi fino a definire il giusto comportamento<br />

di tutte le classi 14 . Mencio, il suo successore spirituale, condivise l’ottimistica<br />

con vinzione di Confucio che i modelli del passato potessero guidare il pre sente.<br />

Né Confucio né Mencio diedero importanza alle leggi punitive, al di là di ammettere<br />

con riluttanza che erano necessarie per coloro che si rifiutavano di imparare la<br />

moralità. Sicuro del fatto che le qualità del capo influissero sul carattere dei sudditi,<br />

i primi scritti confuciani rivelano un interesse assai maggiore per i metodi degli antichi<br />

re saggi — metodi che dovevano costituire, per i re successivi, una Legge che<br />

stava sopra di lo ro «come un tetto» — che per le leggi sancite dallo stato.<br />

I loro rivali, i riformatori legisti, che spesso operavano ai più alti li velli di governo,<br />

tentarono di sostituire con leggi rigorose le consuetu dini sancite dal tempo, ma<br />

non ignoravano come nel fare le leggi non si dovessero dimenticare tali consuetudini.<br />

Il loro scopo era quello di formulare leggi chiare che valessero per tutti gli appartenenti<br />

allo stato, non escluso il sovrano. L’opposizione alle idee dei legisti fu feroce e<br />

molti di quei riformatori dovettero pagare a caro prezzo i loro tentativi di in terferire<br />

con la tradizione. Il Signore di Shang (morto nel 338 a. C.) pri mo ministro del Ch’in,<br />

portò il suo stato a emergere sui rivali servendo si di tecniche amministrative basate<br />

sull’assunto che lo stato venisse per primo, e il benessere del popolo per secondo;<br />

ma venne giustiziato dal suo sovrano, privo di riconoscenza. Han Fei Tzu (circa 280­<br />

233 a. C.), il nobile legista che perfezionò, un secolo più tardi, i metodi pragmatici<br />

14 Si veda la voce Confucio nel Glossario.

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