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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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I re saggi e le leggi nella tradizione cinese e in quella greca 121<br />

ranza delle leggi di altre parti del regno. E poiché in questo modo le classi borghesi<br />

cercano la “sicurezza del posto” nell’amministrazione <strong>della</strong> giustizia, l’establishment è in<br />

genere interessato alla “chiarezza” e all’“or dine” <strong>della</strong> legge» 39 . Le teorie di Weber<br />

offrono allo storico <strong>della</strong> Ci na un contesto comparativo entro cui valutare le tesi in<br />

difesa <strong>della</strong> chia rezza legislativa e <strong>della</strong> prevedibilità delle pene in un periodo di costruzione<br />

dello stato.<br />

In <strong>Cina</strong> gli scrittori che chiedevano la chiarezza e la sicurezza soste nevano che questi<br />

ideali potevano essere raggiunti solo se il metro di valutazione dell’autorità veniva<br />

da una fonte staccata dalla tradizione o dalle figure storiche di qualche particolare<br />

momento del passato. Han Fei Tzu, nell’esaminare i metodi di riforma del Signore di<br />

Shang, disse che solo dopo avere cancellato completamente il Libro delle odi e il Li bro<br />

di storia — i più antichi repertori delle vite degli antichi re — le leggi e gli ordini sarebbero<br />

potuti essere chiari 40 . Ma se il passato non pote va più servire come modello,<br />

occorreva trovare un principio diverso e più astratto per valutare il governo, e a partire<br />

da circa il 300 a. C., in <strong>Cina</strong>, alcuni pensatori ritennero di avere trovato questo<br />

principio nel tao, che di solito viene semplicemente tradotto con «la via». Il concetto<br />

di tao viene di solito collegato alla scuola taoista, e in particolare a Lao Tzu 41 , una figura<br />

semileggendaria, che si presume vissuta all’incirca allo stesso tempo di Confucio.<br />

Gli scritti di Lao Tzu parlano solo inciden talmente dei re e non prendono in esame la<br />

legge; il re è solo un elemen to in un universo che è ordinato non dalle istituzioni umane<br />

ma dall’al lineamento passivo con l’operato del mondo naturale, che è una delle tante<br />

espressioni del tao. Il concetto taoista di sovranità rinunciava alla saggezza del mondo e<br />

alla capacità intellettuale, e preferiva un re non attivo, un uomo che avesse assorbito<br />

il potere del mondo naturale in modo che la sua presenza potesse arricchire tutte le<br />

creature <strong>della</strong> terra.<br />

Con il tempo, il tao prese significati più pragmatici. Han Fei Tzu descrisse il tao<br />

come un utile modello per governare, perché era insieme unitario e origine di tutte le<br />

cose. Ma il testo che presenta una delle più sistematiche difese del tao è una guida<br />

pratica per l’arte di governa re che non abbiamo ancora citato, il Ching-fa. «Il tao ge-<br />

nera la Legge — inizia l’autore — e la Legge è quel che contrassegna successi e fallimen-<br />

39 Max Weber, Economy and Society: An Outline of Interpretive Sociology, trad. ingl. Guenther Roth e<br />

Claus Wittich, Berkeley, University of California Press, 1978, vol. 2, pp. 847-48 [Economia e società,<br />

trad. ital., Milano, Comunità, 1962].<br />

40 Han Fei-tzu, 4.239.<br />

41 Si veda la voce Lao Tzu nel Glossario.

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