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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 169<br />

to. Verso la fine <strong>della</strong> dinastia Han, durante il secolo II dell’era moder na, una tensione<br />

assai superiore si ebbe tra l’élite dei letterati e il gover no. L’ordine sociale<br />

stava gradualmente crollando sotto le pressioni in terne ed esterne e la miseria <strong>della</strong><br />

popolazione comune era peggiorata a causa di una serie di disastri naturali, tra cui<br />

paiono essere state parti colarmente gravi le epidemie. In quel periodo pare si sia<br />

diffuso il desi derio di una figura divina che facesse da guida verso un’epoca nuova<br />

e migliore. Piuttosto di rivolgersi a un saggio come Confucio, le cui idee erano<br />

ormai sinonimo del governo imperiale, molti aderenti non appar tenenti all’élite si<br />

rivolsero al misterioso Lao Tzu, che venne investito di un rango divino e in molti<br />

settori del popolo si cominciò ad attendere le nuove rivelazioni di Lao Tzu. Due<br />

grandi leader religiosi, Chang Chiieh e Chang Tao-ling riuscirono a focalizzare<br />

su di sé questi sentimenti e fondarono grandi movimenti religiosi che si posero<br />

in contrasto con l’au torità <strong>della</strong> dinastia. Entrambi questi uomini, a quanto pare,<br />

ottennero il sostegno popolare non perché erano scrittori di argomento religioso<br />

o maestri del pensiero, ma come guaritori capaci di fondare organizza zioni di subordinati<br />

che amministravano e sorvegliavano i loro aderen ti, usurpando così le<br />

funzioni al governo.<br />

Chang Chiieh mobilitò i suoi seguaci, i Turbanti Gialli, che nel 184 d. C. si<br />

sollevarono in una grande rivolta che diede il colpo di grazia alla supremazia politica<br />

e militare <strong>della</strong> dinastia Han. In breve tempo il movimento di Chang Chiieh<br />

crollò: lo stesso capo venne ucciso prima ancora che fosse passato un anno. Invece,<br />

Chang Tao­ling, che si era autonominato «maestro celestiale», fondò una piccola<br />

setta nel Szech wan verso la metà del secolo II. La setta proseguì sotto il nipote di<br />

Tao ling e si mantenne come stato teocratico virtualmente indipendente per più di<br />

trent’anni. Anche dopo essersi arreso al signore <strong>della</strong> guerra Ts’ao Ts’ao nel 215 d.<br />

C., i seguaci del «maestro celestiale» mantennero la loro libertà di organizzazione,<br />

anche se solo a scopi religiosi, non politici.<br />

Questo movimento fece molti proseliti, ma non giunse mai a domi nare i circoli<br />

intellettuali. L’eredità classica rimaneva ancora il principa le oggetto di studio per<br />

i cinesi istruiti, anche se il commentario confu ciano di tipo Han passò in secondo<br />

piano rispetto a un’impostazione più speculativa, basata su un nuovo approccio a<br />

un diverso gruppo di antichi testi. Sulla base dell’I ching, del Tao-te ching e (in seguito)<br />

dello Chuang Tzu, i principali esegeti del tempo edificarono una nuova filoso fia<br />

basata sulla supremazia del wu, il «non essere», un cambiamento che rifletteva chiaramente<br />

la negazione delle istituzioni Han da parte del nuovo regime.<br />

Dopo un secolo di diffusione <strong>della</strong> «via del maestro celestiale» fra

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