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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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stesso.<br />

La storia sociale <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> moderna in una prospettiva comparata 299<br />

La creazione dello stato può essere vista sia come la burocratizzazio ne delle<br />

persone e delle cariche, sia come crescente penetrazione, all’in terno <strong>della</strong> società,<br />

dell’organizzazione ufficiale dello stato, il cui bilan cio e il cui personale crescono in<br />

funzione del prodotto nazionale lordo e <strong>della</strong> popolazione. Naturalmente, in <strong>Cina</strong><br />

lo sviluppo <strong>della</strong> burocratiz zazione politica precedette di molto tempo quella eu-<br />

ropea e le servì co me modello. Ma la grande espansione dell’apparato statale lungo<br />

linee europee rappresentò per la <strong>Cina</strong> una novità del secolo XX.<br />

Così, se il capitalismo e la creazione dello stato furono fattori chiave <strong>della</strong> mo-<br />

derna storia sociale cinese, come lo furono per quella dell’Occi dente, la sequenza<br />

dei due processi, nel caso cinese e in quello europeo, è molto diversa. In Europa la<br />

nascita del capitalismo e dello stato mo derno furono quasi contemporanee, mentre<br />

in <strong>Cina</strong> l’espansione dello stato fu in ritardo di quasi tre secoli rispetto alla compar-<br />

sa del capitali smo. Immanuel Wallerstein e i suoi seguaci ci offrono una possibile<br />

spie gazione, che chiarisce il ruolo dell’interazione culturale: essi sostengono che<br />

l’affermarsi di un sistema capitalista mondiale dopo il secolo XVI da un lato acce-<br />

lerò lo sviluppo degli stati centrali dell’Occidente metro politano, e dall’altro impedì<br />

che vi fossero simili sviluppi in aree perife riche come la <strong>Cina</strong>, per mantenere quelle<br />

nazioni in una posizione su bordinata nei rapporti globali di produzione 34 .<br />

Le testimonianze presentate in questo articolo mostrano come l’ipo tesi del<br />

sistema capitalistico mondiale sia, se non sbagliata, incompleta. Nonostante l’in-<br />

discutibile importanza dell’espansione occidentale nel mo <strong>della</strong>re l’esperienza dello<br />

sviluppo cinese, nella direzione complessiva del cambiamento sociale delle due<br />

civiltà i lati in comune sono in numero maggiore dei lati opposti 35 . Le origini del ca-<br />

pitalismo cinese furono in digene, e non importate. Analogamente, il ritardo con cui<br />

sorse in <strong>Cina</strong> lo stato moderno è maggiormente da imputare a forze indigene che a<br />

34 Immanuel Wallerstein, The Modem World-System: Capitalist Agriculture and the Ori gins of the European<br />

World-Economy in the Sixteenth Century, New York, Academic Press, 1976; e Frances V. Moulder, Japan,<br />

China and the Modem World Economy: Toward a Rein terpretation of East Asian Development, ca. 1600 to ca.<br />

1918, Cambridge, Cambridge Univer sity Press, 1977.<br />

35 Un interessante articolo che sostiene questa tesi, e che è giunto alla mia attenzione dopo che avevo<br />

terminato questo capitolo, è Joseph Fletcher, «Integrative History: Parallels and Interconnections<br />

in the Early Modern Period, 1500­1800» in Journal of Turkish Studies, 1, IX, 1985, pp. 37-57. Nel caso<br />

<strong>della</strong> <strong>Cina</strong> amplierei i limiti del «primo periodo moderno» di almeno un secolo rispetto alle date scelte<br />

da Fletcher, fino alla diffusione delle fabbriche industriali, verso il 1900.<br />

forze straniere. Prima del secolo XX, la predisposizione ideologica con fuciana ver-

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