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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La tradizione confuciana nella storia cinese 143<br />

Chi ne è ricolmo dicesi eccellente (mei).<br />

Chi, essendone ricolmo, ne risplende dicesi grande (ta).<br />

Chi, essendo grande, trasforma (gli altri) dicesi santo (sheng).<br />

Chi è santo in grado inconoscibile dicesi essere spirituale (shen) 26 .<br />

Inoltre, Mencio asserisce che se porteremo a piena realizzazione il potenziale contenuto<br />

all’interno del nostro cuore, comprenderemo la no stra natura; e comprendendo<br />

la nostra natura conosceremo il Cielo. Que sta profonda fede nella capacità<br />

umana di conoscere se stessi e di cono scere il Cielo attingendo a risorse spirituali<br />

interiori permise a Mencio di aggiungere una dimensione «antropocosmica»<br />

al progetto originale confuciano. In questa prospettiva di Mencio, imparare a essere<br />

piena mente umani comporta di dover coltivare la sensibilità umana di interiorizzare<br />

l’intero universo come propria esperienza vissuta: «Tutte e diecimila le<br />

cose esistono in me. Per me non c’è gioia più grande che scoprire, esaminandomi,<br />

di essere veritiero con me stesso. Fate del vo stro meglio per trattare gli altri come<br />

vorreste essere trattati voi stessi; e scoprirete che è la via più breve per giungere<br />

all’umanità» 27 . Il gen tiluomo confuciano, come lo vedeva Mencio, è un maestro<br />

esemplare, un capo politico, un pensatore spirituale e un intellettuale profetico.<br />

3.2. Hsun Tzu: colui che trasmise l’erudizione confuciana<br />

Se Mencio portò a maturazione l’idealismo morale confuciano, Hsun Tzu (circa<br />

298-238 a. C.) trasformò consapevolmente il progetto confu ciano in un’indagine realistica<br />

e sistematica sulla condizione umana, con riferimento particolare al rituale e<br />

all’autorità 28 . Riconosciuto univer salmente come il più eminente dei grandi studiosi<br />

che si riunirono a Chi hsia — capitale del ricco e potente stato di Ch’in — verso<br />

la metà del secolo III a. C., Hsun Tzu si distinse per erudizione, logica, empirismo,<br />

praticità e dialettica. La sua critica del «dodici filosofi» offre una rasse gna <strong>della</strong> vita<br />

intellettuale del tempo. Le sue penetranti osservazioni sui difetti delle principali<br />

correnti filosofiche contribuirono a instaurare la scuola confuciana come una forte<br />

fede politica e sociale. Il suo principa le avversario, tuttavia, fu lo stesso Mencio, ed<br />

egli ne combatté con vi gore l’ingenuo ottimismo morale, secondo cui la natura<br />

umana era fon damentalmente buona.<br />

26 Ibid., 7b.25 [trad. ital. e cura di Fausto Tomassini, Meng-tzu (Mencio), Milano, Edi tori Associati,<br />

1991, libro 7, parte 2, n. 247, p. 195, modificato].<br />

27 Ibid., 7a.4.<br />

28 Burton Watson [traduttore], Hsun Tzu: Basic Writings, New York, Columbia Univer sity Press,<br />

1969.

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