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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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L’antica civiltà <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>: riflesioni su come divenne “cinese” 57<br />

contrano numerose allusioni a personaggi mitici, non ci sono tracce di una coerente<br />

mitologia di tipo aneddotico 30 . Se la mia ipotesi è corret ta, la <strong>Cina</strong> non avrebbe<br />

sentito il bisogno di quella precisione nel ritrar re eventi e personalità che noi associamo<br />

all’arte e alla mitologia <strong>della</strong> Mesopotamia e <strong>della</strong> Grecia; l’«istanza mitologica»,<br />

per così chiamarla, sarebbe già stata soddisfatta con l’invenzione degli antenati,<br />

i quali era no «antenati» appunto in quanto non erano rappresentazioni esaurienti<br />

e dettagliate di personalità e di ruoli sociali. L’attenzione da parte del l’arte e <strong>della</strong><br />

religione, in Grecia e in Mesopotamia, per la personalità, per la conquista di un<br />

ruolo sociale più alto, per il caos di una realtà non strutturata e competitiva, in <strong>Cina</strong><br />

lasciò il posto — ammesso che sia mai stata presente — a un’attenzione generale<br />

per l’armonia, l’ordine e la pianificazione, e per i significati simbolici e immanenti.<br />

4.5. Armonia e sciovinismo morale<br />

L’attenzione per l’armonia che si incontra nell’arte, nell’espressione letteraria e<br />

nella filosofia dell’antica <strong>Cina</strong> — corollario dell’assenza di ten sione, critica e drammatica<br />

— si può anche collegare all’ottimismo e alla sicurezza, in campo morale<br />

ed epistemologico, che abbiamo già notato e che sono profondamente radicati.<br />

Ottimismo e sicurezza che — e qui parlo da figlio <strong>della</strong> tradizione occidentale — si<br />

potevano ottenere unica mente trascurando (spesso attraverso una generalizzazione<br />

e una classi ficazione) quei particolari pungenti, fastidiosi e in genere dissonanti che<br />

invece richiamavano l’interesse dell’artista o del filosofo greco.<br />

Uno degli aspetti caratteristici e non cinesi dell’Iliade, ad esempio, è il fatto che il<br />

pubblico ascolta le ragioni di entrambe le parti, e simpa tizza per tutt’e due, quella<br />

dentro le mura di Troia e quella fuori di es se. Analogamente, né Creonte nell’Antigone<br />

né Edipo nella trilogia di Sofocle sono presentati come figure unilateralmente<br />

antipatiche e mal vagie. Una simile ambiguità su quel che è giusto e su chi ha ragione<br />

è l’essenza <strong>della</strong> visione tragica; le nostre simpatie non vanno, non devo no e non<br />

possono andare a una sola delle due parti.<br />

L’epica greca trae gran parte <strong>della</strong> sua complessità e <strong>della</strong> sua tensione<br />

drammatica dalla franchezza con cui ammette che al mondo ci sono<br />

conflitti che non si possono risolvere, che le scelte, spesso, non si devo­<br />

30 Derk Bodde, «Myths of Ancient China» in Samuel Noah Kramer (a cura di), Mytho logies of the<br />

Ancient World, Garden City (N.Y.), Doubleday Anchor, 1961, pp. 369­70; Bod de osserva che «gli<br />

dèi dell’antica <strong>Cina</strong> compaiono raramente o quasi mai nell’arte e nei testi sono descritti in modo<br />

così vago o sbrigativo che la loro personalità, e a volta anche il loro sesso, rimangono incerti».

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