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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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I re saggi e le leggi nella tradizione cinese e in quella greca 115<br />

re, ma sarebbe divenuto, nelle famose parole di Mencio, un « oppresso re» e uno<br />

«scellerato » che poteva essere legittimamente destituito 25 .<br />

Anche Aristotele espose la tesi che il sovrano che avesse offeso gli antichi costumi<br />

non sarebbe più stato riconosciuto come legittimo re, ma invece sarebbe divenuto<br />

un tiranno. Aristotele sembra più realistico di Mencio, comunque, perché ammette<br />

tacitamente che si poteva servi re meglio l’interesse <strong>della</strong> collettività se il tiranno<br />

avesse nascosto la sua vera natura invece di suscitare la ribellione con comportamenti<br />

palese mente offensivi. Aristotele elencò la tirannide — da lui definita come<br />

il governo di un solo uomo, al di fuori <strong>della</strong> legge ed egoistico, anziché il governo<br />

di una rappresentanza dell’aristocrazia, come sarebbe stato pre feribile — come una<br />

possibile forma di governo, anche se degradata. Ari stotele riconobbe che il governo<br />

delle leggi doveva in definitiva essere gestito da uomini e che chi deteneva l’autorità<br />

doveva necessariamente comportarsi da legislatore. Ma era tenuto a fare leggi giuste<br />

e senza tempo, leggi capaci di guidare le future generazioni. Nella Politica, Aristotele<br />

afferma chiaramente: «E il dominio <strong>della</strong> legge... è preferibile a quello di qualsiasi<br />

individuo. In base allo stesso principio, anche se è bene che certi individui governino,<br />

essi dovrebbero essere solo custodi e ministri <strong>della</strong> legge» 26 . La teoria politica di<br />

Aristotele, come quella dei confu ciani, rivela un atteggiamento molto cauto nei riguardi<br />

del cambiamen to, che comporta sempre il rischio di instabilità e di problemi<br />

imprevi sti. Nella storia cinese del diritto, la prospettiva conservatrice ha domi nato<br />

gli scritti politici e s’incontra grande riluttanza ad accettare cam biamenti nelle leggi.<br />

Il Kuan tzu, testo eclettico con parti sulla legge che risalgono probabilmente alla fine<br />

del periodo dei Regni Combattenti, avverte il sovrano che non deve mai cambiare<br />

le leggi per affetto verso la sua gente, perché «le leggi devono essere onorate più<br />

<strong>della</strong> gente» 27 .<br />

5. I riformatori<br />

In <strong>Cina</strong>, una tendenza a favorire i cambiamenti distingue i riformatori<br />

delle leggi, di solito legisti, dai teorici confuciani. I concetti legisti<br />

sul diritto sorsero come alternativa alla teoria politica confuciana e ven-<br />

25 Ivi 1.2.8 [trad. ital. cit. p. 37].<br />

26 La politica, 3.16.<br />

27 Cap. 6, p. 7a (edizione Ssu-pu peil-yao). Si veda Allyn Rickett [traduttore], Kuan-tzu: A Repository of Early<br />

Chinese Thought, vol. 1, Hong Kong, Hong Kong University Press, 1965, e una recente traduzione di ulteriori<br />

capitoli dello stesso autore: Guanzi: Political, Eco nomic, and Philosophical Essays from Early China, vol. 1, Princeton,<br />

Princeton University Press, 1985.

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