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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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54 David N. Keightley<br />

tà, si può osservare che esso deriva dall’attenzione di Omero per i sin goli particolari,<br />

gli oggetti e le persone. Quando, ad esempio, Platone usa la metafora<br />

dell’artigiano per discutere simili argomenti, parla del l’incapacità del calzolaio di<br />

fare scarpe perfettamente identiche, la loro incapacità di corrispondere al concetto<br />

ideale di scarpa. Anche la lavo razione del bronzo nell’antica Grecia aveva la stessa<br />

variabilità: ciascun oggetto, come ad esempio la spada di Achille, era fabbricato<br />

singolar mente — e perciò era diverso da qualsiasi altro — da un fabbro che, con il<br />

suo martello, cercava di portarlo quanto più vicino alla forma ideale. Invece, il procedimento<br />

cinese per le fusioni in bronzo, che faceva uso di stampi componibili,<br />

non permetteva una tale variabilità da un pezzo all’altro. Il processo tecnologico,<br />

effettuato con stampi in ceramica po sti attorno a un nucleo centrale, assicurava<br />

che versando il metallo fuso nell’interstizio tra lo stampo e il nucleo, si ottenesse<br />

una copia esatta del modello in argilla che era servito per fare gli stampi stessi (si<br />

veda la fig. 10) 25 . Questa duplicazione di un modello corrisponde, nel cam po <strong>della</strong><br />

tecnica, all’emulazione degli eroi e degli antenati di cui si è già parlato, mentre la<br />

tecnica greca <strong>della</strong> produzione all’incudine corrispon derebbe all’interesse dei greci<br />

per l’eroe individuale.<br />

In questo contesto, è chiaro che il problema <strong>della</strong> differenza, dell’in capacità<br />

di corrispondere a un ideale astratto, non sia stato giudicato dai primi cinesi teoreticamente<br />

importante, distinto da quello pratico. Ponevano per assunto che gli<br />

individui venissero riconosciuti e valutati nei termini dei ruoli umani che svolgevano<br />

all’interno del gruppo fami liare. «Si ha il buon governo — scriveva Confucio<br />

— quando il padre è un padre e il figlio è un figlio» 26 . Davano anche per assunto,<br />

con un ot timismo caratteristico, che l’uomo si potesse educare al bene e fosse capace<br />

di svolgere bene quei ruoli; il loro ottimismo epistemologico non richiedeva<br />

di definire o di analizzare tali ruoli, come quello di padre e di figlio, con il rigore<br />

e la precisione che avrebbe preteso un Platone, più pessimista nei riguardi <strong>della</strong><br />

capacità umana di conoscere e di capire.<br />

4.3. L’assenza di drammaticità<br />

Non c’è bisogno di ricordare in questa sede la grande importanza<br />

delle rappresentazioni drammatiche nell’Atene del secolo V a. C., che<br />

25 Per una breve introduzione alla fusione in forma e alle sue conseguenze estetiche si veda<br />

Robert W. Bagley, «The Beginning of the Bronze Age: The Erlitou Culture Period» in Wen Fong<br />

(a cura di), The Great Bronze Age of China: An Exhibition from the People’s Republic of China, New<br />

York, Metropolitan Museum & Knopf, 1980, pp. 70-73.<br />

26 Analetti, 12, 11 [per la traduzione scelta, si veda la nota 5.8].

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