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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Glossario 367<br />

filiale (Hsiao Ching) e il dizionario Erh-ya. Secondo la tradizione, queste opere sarebbero<br />

state scritte o revisionate da Confudo, ma soltanto gli Analetti o Dia- loghi<br />

riproducono esattamente le sue parole (da Bertuccioli, mod.).<br />

Eunuchi: L’impiego di eunuchi nella mansione primaria di sorveglianti del- l’harem<br />

imperiale è già presente nella dinastia Chou (1045­256 a. C.) e nella dinastia<br />

Han (206 a. C. ­ 220 d. C.) gli eunuchi costituivano un importante ele­ mento<br />

di pressione all’interno <strong>della</strong> corte. In quanto individui privi di istruzio- ne e di<br />

esperienza, non si riteneva che gli eunuchi potessero divenire un peri- colo per<br />

lo stato, ma con il passare del tempo riuscirono a imporsi come tramite fra la famiglia<br />

imperiale e la burocrazia e finirono per divenire un ricorrente elemento di<br />

disgregazione delle successive dinastie. Nella dinastia T’ang (618­907), gli eunuchi<br />

di corte erano varie migliaia e raggiunsero il numero di 100.000 nella dinastia Ming<br />

(1368­1644). Anche dopo la fine dell’impero nel 1911, gli eunuchi continuarono a<br />

essere impiegati dalla famiglia imperiale: nel 1922 erano più di mille. Il loro lavoro,<br />

descritto dall’ultimo imperatore Pu Yu, non era molto diverso da quelli degli<br />

eunuchi dei secoli precedenti: «I loro com­ piti coprivano un ambito assai vasto.<br />

Oltre a essere a disposizione a tutte le ore, per reggere ombrellini e scaldini, o per<br />

assolvere analoghe mansioni, i loro incarichi, secondo i Regolamenti di Palazzo, erano<br />

i seguenti: trasmettere gli editti imperiali, accompagnare i funzionari alle udienze<br />

e ricevere le suppliche, prendere in consegna e recapitare i documenti ufficiali dei<br />

vari uffici del “Di­ partimento <strong>della</strong> Famiglia Reale”, riscuotere il denaro e il grano<br />

inviato dalle tesorerie esterne al palazzo, e sorvegliare il fuoco; prendersi cura dei<br />

libri <strong>della</strong> biblioteca, degli oggetti antichi, dei dipinti calligrafici, del vestiario, dei fucili<br />

da caccia, degli archi e delle frecce; conservare i bronzi antichi, gli objets de vertu,<br />

le fasce gialle assegnate ai funzionari meritevoli, i frutti freschi e secchi; scortare i<br />

Medici Imperiali durante le visite ai vari palazzi, procacciarsi i mate- riali impiegati<br />

a palazzo dai costruttori esterni; bruciare l’incenso innanzi alle carte e ai precetti<br />

lasciati dagli antenati dell’imperatore, innanzi ai loro ritratti e alle effigie degli dèi;<br />

controllare l’andirivieni dei funzionari dei vari diparti- menti; tenere i registri delle<br />

presenze degli accademici Hanlin e delle guardie del capo militare supremo; fustigare<br />

gli eunuchi e le serve che avevano com- messo qualche infrazione; nutrire<br />

tutte le bestiole del palazzo, spazzare gli edi­ fici e mantenere in ordine i giardini;<br />

controllare la precisione delle pendole; tagliare i capelli all’imperatore; predisporre<br />

i medicinali; cantare opere; recitare i classici e bruciare l’incenso come monaci<br />

taoisti nel Tempio <strong>della</strong> Città; diventare dei lama nello Yung Ho Kung (Palazzo<br />

dell’Eterna Armonia), quali sostituti dell’imperatore; e molti altri compiti ancora»<br />

(cit. in Edmund Capon e Werner Forman, La <strong>Cina</strong> dei Tang, trad. ital., Novara,<br />

IGDA, 1990).<br />

Guerre dell’oppio: Due guerre con cui le potenze occidentali ottennero pri- vilegi<br />

commerciali in <strong>Cina</strong>. La prima guerra dell’oppio (1839­1842) venne com­<br />

battuta tra la <strong>Cina</strong> e l’Inghilterra, la seconda (1856­1860) tra la <strong>Cina</strong> e la coali­<br />

zione Francia-Inghilterra. In passato, nonostante le proteste <strong>della</strong> Compagnia<br />

delle Indie, le autorità cinesi avevano sempre evitato le importazioni per non

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