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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La particolare arte <strong>della</strong> narrativa cinese 337<br />

cambiata in direzione di una sempre maggiore accettazione <strong>della</strong> serietà e dell’importanza<br />

<strong>della</strong> narrativa non solo come intrattenimento, ma anche come strumento<br />

per dibattere profondi interrogativi sociali, morali, fi­ losofici e psicologici.<br />

Per essere più specifici — e dando in anticipo qualcuna delle conclu­ sioni <strong>della</strong><br />

seconda parte del capitolo — è interessante notare i paralleli- smi nello sviluppo<br />

del romanzo in <strong>Cina</strong> e in Occidente. La lunga narra- zione in prosa che crea realisticamente<br />

un mondo proprio e convincente si è sviluppata in <strong>Cina</strong> tra i secoli XIV<br />

e XVIII, precorrendo leggermente, ma in modo strettamente parallelo a esso, lo<br />

sviluppo del romanzo in Eu- ropa. In entrambe le culture questi sviluppi letterari<br />

paiono accompagnarsi al sorgere di un’economia monetaria, dell’urbanizzazione,<br />

allo sviluppo dell’industria del divertimento, e alla diffusione <strong>della</strong> stampa, <strong>della</strong><br />

cul- tura e dell’istruzione. In <strong>Cina</strong> come in Occidente, il romanzo era anche generalmente<br />

opera di un’élite dotata di un elevato livello d’istruzione e si rivolgeva a un<br />

pubblico istruito. Molto notevoli sono anche i paral- leli dal secolo XVI all’inizio<br />

del secolo XIX, quando il romanzo, in en- trambe le culture, divenne sempre più<br />

autobiografico e sempre più serio nell’esplorazione di problematiche sociali, morali<br />

e filosofiche 2 .<br />

Oltre a queste somiglianze, ci sono alcune importanti differenze tra la narrativa<br />

cinese e quella occidentale. Vari temi degli altri capitoli di questo volume sono<br />

particolarmente importanti nella tradizione <strong>della</strong> narrativa cinese. Tra questi sottolinerei<br />

l’importanza <strong>della</strong> storia e <strong>della</strong> prospettiva storica, il relativo ottimismo<br />

<strong>della</strong> visione cinese del mon­ do, l’umanesimo morale <strong>della</strong> filosofia confuciana, e<br />

la relativa atten- zione, a partire dall’inizio <strong>della</strong> storia cinese, al comportamento<br />

collet- tivo e al bene del gruppo anziché dell’individuo.<br />

Ai suoi inizi, come già osservato, si riteneva, sia in <strong>Cina</strong> sia in Occi- dente,<br />

che la narrativa dovesse avere finalità moralistiche, ma l’enfasi sulla morale è<br />

in genere stata più forte, o è sopravvissuta più a lungo, nella tradizione cinese.<br />

Michael Sullivan (si veda il capitolo undicesi­ mo, «L’arte cinese e il suo impatto<br />

sull’Occidente», del presente volu­ me) ha parlato <strong>della</strong> tendenza cinese ad<br />

assumere che la grande arte sia per definizione morale. Lo scopo principale dei<br />

narratori cinesi — alme- no a stare a quanto essi stessi premettevano — era quello<br />

di elevare i loro lettori, di rassicurarli sulla non ostilità dell’universo, sul fatto<br />

che la vita umana ha un significato derivante soprattutto dalla moralità umana.<br />

2 Un’eccellente disamina dello sviluppo del romanzo in <strong>Cina</strong> e in Occidente è data da Andrew H.<br />

Plaks, «Full­length Hsiao-shuo and the Western Novel: A Generic Reappraisal»<br />

in New Asia Academie Bulletin, I, 1978, pp. 163-76.

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