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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La particolare arte <strong>della</strong> narrativa cinese 349<br />

è stato amato per la sua drammaticità e non per la sua moralità; al servi- zio<br />

dell’emozione <strong>della</strong> lettura, la sua brutalità è stata accettata senza gravi preoccupazioni.<br />

In una società dove imparare a leggere e scrivere era un compito lungo e<br />

noioso, legato in modo inestricabile alla sotto- missione all’autorità del passato e<br />

dei superiori, lo Shui-hu chuan ha concesso a ogni nuova generazione l’emozione<br />

vicaria <strong>della</strong> ribellione e del- la vendetta.<br />

Anche il terzo grande romanzo cinese, lo Hsi-yu chi (Lo scimmiotto, let- teralmente<br />

«Viaggio a Occidente») 13 , si ispira a un evento storico real- mente accaduto: il<br />

pellegrinaggio in India di Hsuan-tsang, un pio monaco buddhista, nel secolo VII<br />

d. C., per riportare in <strong>Cina</strong> alcune importanti scritture buddhiste. Il coraggioso<br />

viaggio di Hsuan-tsang, durato diciassette anni, ispirò molti racconti di avventura<br />

e di devozione religiosa, utili soprattutto ai predicatori buddhisti in cerca di proseliti.<br />

Nel secolo XVI molte di queste storie e leggende popolari furono legate insieme,<br />

forse - anche se non possiamo saperlo con sicurezza - da Wu Ch’eng-en, un<br />

brillante poeta e piccolo funzionario. In ogni caso, lo Hsi-yu chi venne pubblicato<br />

originariamente nel 1592, dieci anni dopo la morte di Wu.<br />

Con la sua forma, lo Hsi-yu chi costituisce un significativo progresso nella narrativa<br />

cinese. Molto più che una narrazione storica abbellita o una serie di racconti<br />

brevi legati approssimativamente tra loro, lo Hsi- yu chi è una coerente opera fantastica;<br />

unisce un numero di fonti superiore a quello dei predecessori e mostra anche<br />

un controllo sul materiale narrativo assai superiore, da parte di un singolo autore.<br />

Inoltre è intercalato di poesia come lo Shui-hu chuan (I briganti), ma gran parte <strong>della</strong><br />

poesia dello Hsi-yu chi è originale, mentre lo Shui-hu chuan tende a fare eccessivo<br />

affidamento sulle canzoni popolari, sulle frasi fatte e su poesie già esistenti che<br />

sono poco più che filastrocche. Inoltre, lo Hsi-yu chi ha una trama più unitaria dei<br />

due romanzi che lo hanno preceduto. La personalità dei suoi eroi (anche se non<br />

viene esplorata in grandissima profondità) è più coerente e complessa di quella<br />

dei generali e dei banditi dei due romanzi precedenti. Particolarmente gradevole è<br />

l’interazione comica tra i principali personaggi.<br />

Nello Hsi-yu chi, la storia seria e moralistica del pio monaco si intreccia<br />

con quella di innumerevoli figure sovrannaturali e con innume­<br />

13 Arthur Waley [traduttore], Monkey, New York, Grove Press, 1958, comprende me- no di un<br />

quarto dell’intero romanzo, ma è straordinaramente fedele allo spirito originale del- l’opera. Una<br />

magistrale traduzione completa è stata recentemente ultimata da Anthony C. Yu [traduttore], Journey<br />

to the West, Chicago, University of Chicago Press, 1977-84, 4 voll. [la trad. ital. di Adriana Motti, Lo<br />

scimmiotto, rist., Milano, Adelphi, 1971, è condotta sul- l’edizione inglese di A. Waleyl.

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