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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La particolare arte <strong>della</strong> narrativa cinese 357<br />

wai-shih, ma non rivestono molta importanza per la narrazione in sé. Invece, il<br />

narratore, in modo relativamente obiettivo, prepara scenari in cui i protagonisti<br />

rivelano tutto di se stessi attraverso le proprie paro- le e le proprie azioni. Le descrizioni<br />

di Wu Ching-tzu in lingua parlata e il suo notevole inserimento di esperienze<br />

autobiografiche nel tessuto dell’opera furono due importanti nuovi sviluppi <strong>della</strong><br />

tradizione narrativa cinese.<br />

Il titolo dell’opera è Ju-lin wai-shih: «Storia non ufficiale del mondo dei letterati».<br />

La Ju-lin, letteralmente «foresta degli studiosi confucia­ ni», era una categoria <strong>della</strong><br />

storiografia confuciana ortodossa. La parte ju-lin delle storie ufficiali (seguendo<br />

l’esempio del grande storico Han, Ssu­ma Ch’ien) era costituita delle biografie dei<br />

più importanti studio- si. Wai-shih, «storia esterna», denota invece una storia non<br />

ufficiale (che spesso comprendeva anche il pettegolezzo e il sentito dire), opposta<br />

al- l’ortodossa cheng-shih, o storia ufficiale. Mentre lo storico confuciano ortodosso<br />

dava risalto ai principali eventi, alle cariche, alle onorificenze e alle opere dei grandi<br />

e dei grandissimi (oltre che alle malefatte dei grandi criminali) Wu Ching­tzu, nella<br />

sua storia non ufficiale, si concentra sul­ la vita quotidiana, sulle piccole preoccupazioni<br />

e sulle pretese e sui vez- zi degli aspiranti, letterati e semiletterati, a entrare<br />

nell’élite.<br />

Nel romanzo di Wu Ching-tzu il rango sociale è la cosa più importante che esista;<br />

è un bene tangibile, cercato avidamente per mezzo <strong>della</strong> riu- scita negli esami,<br />

e comprato, venduto, barattato e/o rubato in mille modi.<br />

Le biografie dello Ju-lin wai-shih costituiscono un vero e proprio catalogo di<br />

arrampicatori sociali. Riuscire negli esami è, ovviamente, il primo e il più sicuro<br />

sistema per raggiungere un’elevata condizione sociale ma, se non riesce, ci si può<br />

ingraziare coloro che hanno conseguito diplomi agli esami, dare in sposi i figli a<br />

famiglie importanti, imitare poeti e stu- diosi famosi, o curare e pubblicare selezioni<br />

di composizioni «approva­ te» o «modello» per la preparazione dei candidati<br />

all’esame. Se poi que- ste strategie dovessero sembrare troppo umilianti, come<br />

senza dubbio pen- sava lo stesso Wu Ching-tzu, si potrebbe adottare la posizione<br />

opposta, dell’orgoglioso eccentrico, disprezzando tutti i candidati e le loro futili<br />

composizioni d’esame, farsi organizzatore di gare di poesia e di teatro con amici di<br />

analoghe inclinazioni, spendere soldi per tutte le «giuste cause» che s’incontrano, e<br />

in generale farsi beffe dell’establishment. Nella parte centrale dello Ju-lin wai-shih è<br />

descritto uno di questi eccentrici, Tu Shao­ch’ing (autoritratto di Wu), che adotta<br />

con tale entusiasmo questa via da dilapidare la sua eredità, non certo trascurabile.<br />

La satira dello Ju-lin wai-shih è spesso disuguale e di tanto in tanto<br />

scade nella farsa e nell’insulto. L’intreccio è vago e tende a perdersi nel-

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