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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La particolare arte <strong>della</strong> narrativa cinese 341<br />

una terribile tragedia. Le lodi stesse che gli vengono tributate dal narra- tore o dallo<br />

storico ribadiscono i valori <strong>della</strong> società e perciò riscattano la tragedia.<br />

Il grande interesse dell’antica <strong>Cina</strong> per il gruppo anziché per l’individuo è anche<br />

evidente in un altro aspetto <strong>della</strong> narrativa cinese. In generale (alcune eccezioni<br />

saranno esaminate più avanti) i primi narratori cinesi erano più interessati alla<br />

trama <strong>della</strong> storia e alla narrazione degli incidenti che alla descrizione psicologica.<br />

A questo punto occorrerebbe osservare che il «romanzo psicologico», con la sua<br />

approfondita esplorazione <strong>della</strong> coscienza individuale, è un fenomeno relativamente<br />

recente anche nella letteratura occidentale. Ponendo le due tradizioni, cinese e<br />

occidentale, l’una a fianco dell’altra, vediamo in Occidente una mag­ giore attenzione<br />

per la psicologia individuale, almeno dal secolo XVI in poi. I romanzieri cinesi<br />

tendevano a scegliere una prospettiva più vasta e a concentrarsi sul panorama <strong>della</strong><br />

società umana (che, naturalmente, ha il suo fascino, come in un rotolo cinese o in<br />

un dipinto di Brügel).<br />

La disattenzione per la psicologia individuale in molta narrativa ci- nese è in<br />

parte una questione di prospettiva, perché nella grande totalità dell’universo la psiche<br />

individuale non ha grande rilevanza. I pensa­ tori cinesi (compresi i romanzieri)<br />

hanno in generale considerato la na- tura umana come qualcosa di molto malleabile<br />

e di pesantemente influen­ zato dalla società. Viceversa, quelli occidentali tendono<br />

a vedere l’indi- viduo come qualcosa di autonomo dal punto di vista morale e da<br />

quello sociale, con il potere di decidere il proprio destino. In proposito, un cri- tico<br />

cinese di stampo tradizionale potrebbe ribattere — di fronte all’approccio occidentale<br />

— con l’osservazione che tanto interesse per la psi- cologia individuale<br />

banalizza e distorce la realtà perché ignora gli im- portanti fattori costituiti dalle<br />

pressioni sociali e dall’attesa del ruolo e perché si preoccupa degli sviluppi «a breve<br />

termine» anziché di quelli a lungo termine dell’intera società, i quali sono assai più<br />

significativi.<br />

Un ultimo paragone tra l’approccio cinese alla letteratura e quello occidentale ci<br />

spiega un altro tema ricorrente: quello che agli occidentali moderni può sembrare un<br />

difetto <strong>della</strong> tecnica letteraria cinese, spes­ so riflette profonde differenze nella visione<br />

del mondo. I lettori occidentali hanno criticato la narrativa cinese per la sua mancanza<br />

di coerenza nello sviluppo dell’intreccio, per la sua composizione episodica e<br />

la generale approssimazione <strong>della</strong> struttura. Ad Andrew Plaks si devo- no due acute<br />

osservazioni su queste critiche: primo, la visione del mon- do cinese, che è olistica e<br />

organicistica e che vede la vita sotto forma di modelli ciclici mutuamente collegati, non<br />

favorisce lo sviluppo del- l’intreccio unilineare alla maniera occidentale; secondo, il<br />

tipo di intreccio preferito dai cinesi è mutuato dal teatro, in cui il momento cruciale o

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