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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 175<br />

del reddito delle loro proprietà mostrò i vantaggi di assicurarsi una si mile protezione<br />

e soprattutto il vantaggio di assicurarsi quella imperiale.<br />

Così, la carriera del taoista Lu Hsiu­ching (406­477) ci indica che la ricca eredità<br />

religiosa lasciata dalla <strong>Cina</strong> del Sud verso la fine del se colo IV cominciava già<br />

allora a trasformarsi in una tradizione coerente che poteva presentarsi come rivale<br />

del buddhismo. Anche se la nascita di un clero taoista mo<strong>della</strong>to sul sangha buddhista<br />

è un argomento anco ra oscuro (la comparsa di un clero taoista celibe pare<br />

iniziare con il VI secolo), si dice che Lu abitasse in un istituto fondato dall’imperatore<br />

e che avesse raggruppato in un solo canone taoista le scritture Ling-pao e Shangch’ing<br />

e altri testi occulti del Sud. Inoltre, il fatto che Lu conte stasse vigorosamente<br />

le dottrine buddhiste mostra come il conflitto tra le due religioni, dovuto senza<br />

dubbio alla concorrenza nel procurarsi le protezioni, fosse ora la norma, invece<br />

<strong>della</strong> tolleranza di un tempo, al meno ai livelli superiori.<br />

Non bisogna pensare che i taoisti fossero in condizioni di inferiorità rispetto<br />

ai buddhisti, seguaci di una religione che aveva già conquistato gran parte dell’Asia.<br />

Il taoismo poteva sembrare una religione relativa mente recente, incapace di procurarsi<br />

un’analoga forza istituzionale: in tutti i periodi <strong>della</strong> successiva storia cinese,<br />

se si confronta il numero delle abbazie taoiste con quello dei monasteri buddhisti,<br />

si vede che il buddhismo era predominante. Ma la vita dei taoisti non si era mai<br />

in centrata su istituzioni religiose separate e il fatto che il taoismo si stesse ancora<br />

sviluppando sotto le Sei Dinastie (222­589) significa che era ab bastanza flessibile<br />

per assorbire le idee buddhiste e inserirle nella sua più recente generazione di rivelazioni.<br />

Perciò, il taoismo manteneva la pace dottrinaria con il buddhismo, indipendentemente<br />

dalla debolezza <strong>della</strong> sua base istituzionale. Nel periodo T’ang, ad<br />

esempio, i taoisti enun ciavano il concetto di k’ung, vuoto (in origine indiano), come<br />

se le divi nità cinesi (taoiste) avessero sempre visto la realtà sotto quell’aspetto.<br />

Nonostante i concetti presi a prestito dal buddhismo, il taoismo aveva in <strong>Cina</strong><br />

radici molto antiche e mantenne sempre una prospettiva netta mente cinese, soprattutto<br />

per quanto riguardava le questioni politiche e sociali, su cui il buddhismo<br />

entrava in conflitto con il modo di pensare cinese. Per citare un solo esempio,<br />

l’ideale buddhista di lasciare la fami glia per dedicarsi completamente a una<br />

ricerca di tipo religioso creò un clero con cui i preti taoisti tendevano a identificarsi,<br />

ma il sacerdozio taoista non fu mai così ben organizzato e così nettamente<br />

definibile co me quello buddhista. La vita religiosa taoista era aperta a tutti,<br />

uomini e donne, dalla fanciullezza in poi; una volta iniziati ai primi rudimenti

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