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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Introduzione 11<br />

che vorrebbero la <strong>Cina</strong> «immutabile». Eppure, nel fare paragoni con la storia occidentale,<br />

questi capitoli mostrano che le tradizioni cinesi (isti tuzioni, credenze, pratiche),<br />

in generale hanno avuto una continuità mag giore di quelle occidentali analoghe.<br />

La continuità e l’autorità dello stato imperiale sono certo fra le ca ratteristiche<br />

cinesi che contrastano maggiormente con l’esperienza oc cidentale. Al crollo <strong>della</strong><br />

dinastia Han all’inizio del secolo III d. C. fe cero seguito vari secoli di divisione<br />

dell’impero, nonché la diffusione di nuovi movimenti religiosi (buddhismo<br />

e taoismo), così come in Occi dente la caduta dell’Impero romano portò a secoli<br />

di conflitti e al sorge re del cristianesimo. Ma al di là di queste somiglianze<br />

superficiali, i pa rallelismi terminano abbastanza rapidamente. In Europa non<br />

ritornò mai più un impero unitario, mentre la <strong>Cina</strong> venne riunificata dalla dinastia<br />

Sui nel 589 e riuscì a conservare l’unità imperiale fino al 1911. In Europa,<br />

la Chiesa divenne abbastanza forte da cambiare i costumi e i model li sociali<br />

delle famiglie e, alla fine, da contrastare il potere dei principi e dei governanti<br />

dell’Occidente. Buddhismo e taoismo, invece, non mi nacciarono mai il potere<br />

dello stato cinese che stava di nuovo sorgendo, dal secolo VI in poi, e, nonostante<br />

la sua popolarità nel periodo T’ang, il buddhismo non riuscì mai a scalzare<br />

il confucianesimo dalla sua posi zione di predominio in politica o nella società.<br />

Alcuni dei nostri capitoli, in particolare quelli di Albert Feuerwer ker, William T<br />

Rowe e il mio, sottolineano i contrasti fra <strong>Cina</strong> e Occi dente, soprattutto negli scorsi<br />

quattro o cinque secoli. Patricia Ebrey e Nathan Sivin espongono gli sviluppi nel<br />

sistema familiare cinese e nel la scienza cinese, rispettivamente, lungo un periodo di<br />

tempo molto più lungo, e anch’essi cercano risposta a una domanda implicita: «Nel<br />

corso di un certo numero di secoli, qual è stato il rapporto tra l’esperienza cinese e<br />

quella occidentale?» In molti di questi capitoli si osserva che la <strong>Cina</strong> era, per molti<br />

aspetti, «più progredita» dell’Occidente fino ai secoli XV o XVI <strong>della</strong> nostra era. La<br />

sua scienza era più sviluppata, la sua economia più produttiva, la sua vita politica più<br />

complessa. Poi, in Europa occidentale, ci furono la rivoluzione scientifica e quella<br />

indu striale, e la posizione relativa di <strong>Cina</strong> e Occidente s’invertì all’improvviso.<br />

Ciascuno dei capitoli riporta osservazioni comparate diverse sull’e sperienza cinese<br />

o occidentale degli ultimi cinque secoli, ma tutti condi vidono alcune importanti<br />

posizioni. Ognuno di noi vede alcuni paralle lismi tra l’esperienza cinese e quella occidentale<br />

degli ultimi cinque se coli. Come l’Europa occidentale, anche la società cinese<br />

e dello stesso periodo diventava più urbana, più complessa, più sviluppata economi-

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