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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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186 T.H. Barret<br />

un’opera come Lo scimmiotto, anche se non scritto per un pubblico di massa,<br />

attinse a temi religiosi popolari presenti anche nella letteratura pao-chüan e fece<br />

conoscere il culto del Re Scimmiotto, talvolta indiret tamente tramite altre opere<br />

che ne sfruttavano il successo 9 . Così, no nostante la lotta del governo contro le<br />

opere che appartenevano manife stamente alle sette, i valori <strong>della</strong> religione popolare<br />

finirono per toccare un’ampia area. Le persone istruite fecero alcuni tentativi,<br />

specialmente alla fine dell’epoca Ming, di allineare questi valori a quelli dell’élite<br />

at traverso la pubblicazione di shan­shu (libri moralistici) per la distribu zione al<br />

pubblico. Questi libri fornivano il minimo comune denomina tore degli ideali etici<br />

di buddhismo, taoismo e confucianesimo, e gli au tori, seguendo la moda dell’epoca,<br />

attingevano liberamente a tutt’e tre le tradizioni anziché patrocinare una determinata<br />

ortodossia. Anche se questi libri moralistici non furono privi di effetto e anche<br />

se la maggior parte delle leggende popolari veniva stampata solo grazie all’opera<br />

di scrittori relativamente istruiti, il vibrante mondo <strong>della</strong> cultura popolare non si<br />

lasciava contenere dai vincoli dell’élite, per laschi ed eclettici che fossero. Il grande<br />

storico Ch’ien Ta­hsin (1728­1804) lo riconobbe espli citamente quando scrisse:<br />

Nei tempi antichi c’erano tre insegnamenti: confucianesimo, buddhismo e taoismo.<br />

A partire dalla dinastia Ming ce n’è un quarto: i romanzi popolari (hsiao shuo).<br />

Biografie e romanzi non hanno mai preteso di costituire un insegnamen to, eppure<br />

tutte le classi <strong>della</strong> società ne conoscono i contenuti; anche le don ne, i bambini e gli<br />

illetterati li ascoltano, il che equivale a leggerli. Così, il loro insegnamento è ancor più<br />

diffuso di confucianesimo, buddhismo e taoismo 10 .<br />

La «quarta religione» di Ch’ien ci ha lasciato una vasta letteratura da studiare,<br />

ma l’osservazione sul fatto che non aveva coscienza di esse re una tradizione a sé è<br />

importante: oltre a testi legati a forme di fede popolare taoista e buddhista (come<br />

la piccola raccolta di scritti che il Patriarca Lo lasciò alle sette popolari buddhiste<br />

o i manoscritti delle fa miglie sacerdotali taoiste) tutte le opere dialettali che<br />

possediamo non sono state scelte volutamente per essere trasmesse alla posterità,<br />

ma rap presentano scelte casuali fra una massa di pubblicazioni effimere, e la loro<br />

sopravvivenza è dipesa più dal loro contenuto letterario che da quello religioso. Di<br />

conseguenza, lo studio <strong>della</strong> religione cinese attraverso la ricca letteratura in dialetto<br />

è frustrante e allettante nello stesso tempo:<br />

9 Si veda il capitolo tredicesimo di Paul S. Ropp, «La particolare arte <strong>della</strong> narrativa cinese», per<br />

un breve esame dell’influenza buddhista sulla narrativa cinese e sul romanzo Lo scimmiotto.<br />

10 Ch’ien Ta­hsin, «Cheng­su», in Ch’ien-yen t’ang wen-chi, 17.14b, nell’edizione Ssu pu ts’ung-k’an.

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