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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La particolare arte <strong>della</strong> narrativa cinese 361<br />

incapace di intervenire per evitare il loro triste destino. Il romanzo è particolarmente<br />

rivelatore nel suo ritratto delle dinamiche familiari e dello sviluppo psicologico<br />

delle donne <strong>della</strong> famiglia Chia. Particolari sugli abiti, sui gesti, sul trucco, sul<br />

tono di voce, sogni, conversazioni intime, confessioni, sono usati in modo assai<br />

efficace per creare vivi ritratti delle singole personalità. Lo Hung-lou mengè unico<br />

nella tradizione cinese per il suo interesse verso i sentimenti personali e i minimi<br />

det- tagli <strong>della</strong> vita quotidiana.<br />

Verso la fine del romanzo, Pao­yü, che aveva sempre detestato ogni idea di<br />

esami e di competizioni, si arrende, studia e supera l’importan- tissimo esame che<br />

lo ammetterà entro i ranghi più alti <strong>della</strong> società. Ma invece di ritornare a casa e godere<br />

del proprio momento di gloria come salvatore <strong>della</strong> famiglia Chia, abbandona<br />

moglie e figlioletto e sparisce con il prete buddhista e il monaco taoista che abbiamo<br />

visto ripetuta­ mente andare e venire nelle pagine del romanzo, fin dall’inizio,<br />

procla- mando la vanità del mondo <strong>della</strong> polvere rossa e le virtù del distacco e<br />

dell’interiorità.<br />

La profonda contraddizione al centro dello Hung-lou meng, tra pas- sioni umane<br />

e distacco buddhista, si risolve così a favore dell’illuminazione e del distacco<br />

dal mondo. Ma è davvero così? Ironicamente, que- sto romanzo, che proclama la<br />

natura illusoria del mondo <strong>della</strong> polvere rossa, ha ricreato con tanto affetto e con<br />

tanta profondità quello stesso mondo da dargli nell’arte quella permanenza che<br />

non ebbe nell’esperienza di Ts’ao Hsueh-ch’in e <strong>della</strong> sua famiglia. Nonostante<br />

tutte le sue pro­ teste di significatività buddhista, l’opera resta il più acuto esempio<br />

di realismo sociale nella tradizione cinese. Nessun altro romanzo cinese crea in<br />

modo altrettanto credibile un intero mondo. La vera devozione di Ts’ao, in ultima<br />

analisi, non andrebbe tanto alla causa <strong>della</strong> responsabi- lità familiare confuciana o<br />

al distacco taoista e buddhista, ma alla verità dell’arte del romanziere e alla magia<br />

del raccontare 26 .<br />

Il romanzo cinese classico raggiunse il suo punto più alto con lo<br />

Hung- lou meng, ma non terminò con esso. All’inizio del secolo XIX due<br />

opere in particolare meritano di essere citate: il Fu-sheng Liu-chi (Sei racconti<br />

di vita irreale, letteralmente «Sei capitoli di una vita fluttuante») 26 , di<br />

26 Due ottimi studi dello Hung-lou meng sono Lucien Miller, Masks of Fiction in «Dream of the Red<br />

Chamber»: Mytb, Mimesis, and Persona, Tucson, University of Arizona Press, 1975, e Andrew H. Plaks,<br />

Archetype and Allegory in «Dream of the Red Chamber», Princeton, Prin- ceton University Press, 1976.<br />

27 La più recente e accurata traduzione del romanzo di Shen Fu è Leonard Pratt [tra- duttore],<br />

Six Records of a Floating Life, Harmondsworth, Penguin, 1983 [trad. ital. di L. Lan- ciotti e T. L. Tsui,<br />

Sei racconti di vita irreale, Roma, Casini, 1955.]

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