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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Capitolo secondo<br />

L’antica civiltà <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>: riflessioni su come divenne «cinese»<br />

David N. Keightley *<br />

Premessa<br />

Se desideriamo comprendere come la cultura <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> differisca da quella<br />

delle altre grandi civiltà, occorre rispondere a due importanti do mande collegate<br />

tra loro: come la <strong>Cina</strong> sia divenuta «cinese» e come de finiamo la «cinesità». La risposta<br />

a queste domande non ci aiuta solo a comprendere meglio le origini <strong>della</strong><br />

cultura cinese, ma ci chiarisce an che, per implicazione e per contrasto, perché i<br />

valori e l’organizzazione sociale dell’Occidente si siano sviluppati in modo diverso.<br />

Prima di cercare di rispondere a queste domande, occorre premette re tre<br />

osservazioni. Per prima cosa, solo in un’esposizione vasta e com parativa come<br />

questa si può parlare di «cultura cinese» in generale. An che per il primo periodo,<br />

dobbiamo ricordare che ci furono molte ver sioni di cultura cinese, variabili<br />

con il tempo, il luogo e il livello sociale; nel presente capitolo non potrò rendere<br />

giustizia a tutte. In particolare, mi concentrerò meno sull’esplicita tradizione<br />

filosofica rappresentata dai primi pensatori come Confucio e più sulle<br />

pratiche religiose, sociali, este tiche e politiche dal Neolitico alla prima Età<br />

del Bronzo, da cui questi filosofi trassero i loro assunti e la loro scala di valori.<br />

Secondo, occorre notare come il mio interesse di storico abbia per oggetto una<br />

spiegazione e non un giudizio di merito. Lo dico espressa mente perché di tanto in<br />

tanto descriverò l’antica <strong>Cina</strong> dicendo che vi «mancano» certe caratteristiche presenti<br />

nelle culture di riferimen to da me scelte, la greca e la mesopotamica. Ma il termine<br />

negativo serve solo da contrasto, e non è un peggiorativo; come vedremo più<br />

* Una versione di questo saggio è stata letta alla Stanford University il 18 novembre 1986. Ho<br />

fatto del mio meglio per tenere conto dei validi suggerimenti offerti da molti colle ghi che, naturalmente,<br />

non sono responsabili dei miei errori. In particolare vorrei ringrazia re David Johnson,<br />

Thomas Metzger, David Nivison, Jeffrey Riegel, Betsey Scheiner, Irwin Scheiner, Raphael Sealey,<br />

David Ulansey, Richard Webster e Yeh Wen-hsin per l’attenta lettura di una precedente stesura.

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