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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 181<br />

di cui i sacerdoti taoisti avevano goduto presso l’élite T’ang. Nella di sgregazione<br />

sociale che accompagnava il collasso T’ang, le istituzioni re ligiose erano difficili da<br />

mantenere. Questo conferì un vantaggio a quei taoisti e a quei buddhisti Ch’an i<br />

quali ritenevano che, in definitiva, le complesse istituzioni religiose e le tradizioni<br />

scritte fossero irrilevanti per raggiungere la salvazione (che poteva essere l’immortalità<br />

o l’illumi nazione). Sia il taoismo sia il buddhismo Ch’an sottolinearono che<br />

l’in dividuo e il rapporto tra maestro e discepolo erano molto più importan ti delle<br />

istituzioni complesse. Senza rifiutare il concetto di un sangha più vasto, il movimento<br />

Ch’an favorì le piccole comunità autosufficien ti, non dipendenti dalle ricche protezioni.<br />

Una simile preferenza era eco nomicamente sensata in un periodo di caos e di<br />

guerra che vide la di struzione dei ricchi clan aristocratici che avevano dominato la<br />

<strong>Cina</strong> fin dal Nuovo Han. Analogamente, l’importanza che veniva data all’auto rità<br />

personale e diretta dell’insegnante religioso (anziché alla parola scritta) può essere<br />

vista come sintomo del crollo degli antichi valori in un’epoca di instabilità.<br />

Quando il nuovo ordine si fu finalmente consolidato sotto i Sung (nel secolo<br />

X) l’ambiente che aveva portato alla maturità sia il buddhi smo cinese sia il taoismo<br />

era ormai scomparso per sempre. La distruzio ne dell’aristocrazia significò<br />

che adesso lo stato cinese era nelle mani di burocrati reclutati mediante un vasto<br />

sistema di esami. Anche se tali esami erano già un aspetto fisso del governo durante<br />

le dinastie Sui e T’ang, in precedenza la loro funzione era stata solo quella di<br />

scegliere un piccolo numero di potenziali funzionari di alto livello da un gruppo<br />

di candidati che in genere avevano già buoni appoggi, o che si trovava no in cima<br />

alla gerarchia sociale. L’appartenenza alla nuova classe do minante dell’epoca Sung,<br />

invece, sembra essersi basata assai meno sul rango sociale <strong>della</strong> famiglia. Priva<br />

dell’orgoglio genealogico che caratte rizzava i suoi predecessori T’ang, l’élite Sung<br />

tendeva a identificarsi con una tradizione culturale che risaliva a un’epoca ancora<br />

precedente, al mondo pre-buddhista dell’antica <strong>Cina</strong>. Di conseguenza la preparazione<br />

agli esami, nel periodo Sung, richiedeva un’adesione al confucianesimo che<br />

non era richiesta nell’epoca T’ang. Nello stesso tempo, i teorici neo confuciani denunciavano<br />

in modo esplicito le influenze corruttrici del buddhismo e del taoismo,<br />

chiedendo un ritorno alle radici secolari (così le giudicavano) <strong>della</strong> civiltà cinese,<br />

nella lontana antichità.<br />

Anche se i sostenitori di una politica severa contro le religioni si erano<br />

affacciati fin dall’epoca T’ang, essi non erano stati accontentati. Tutt’altro,<br />

perché vari imperatori Sung furono talmente colpiti dal soste gno<br />

assicurato al taoismo dagli imperatori precedenti che di tanto in tanto

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