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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La storia sociale <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> moderna in una prospettiva comparata 295<br />

monete per ogni mille prese a prestito 25 .<br />

Dal periodo Sung alla fine del periodo Ch’ ing si assiste a un aumento delle<br />

attività filantropiche patrocinate dall’élite. Queste attività furono in parte dovute a<br />

un aumento dei poveri delle città, persone a cui nessun gruppo - come quello di<br />

discendenza comune, o quello costituito dagli abi tanti del villaggio natale - forniva<br />

una rete naturale di assistenza. Anche in questo caso, Judith Berling si basa su un<br />

romanzo del tardo periodo Ming per riassumere quel che provavano le nuove élite<br />

urbane: «Nella cit tà, fare beneficenza diventa problematico, perché sempre nuovi<br />

poveri continuano a presentarsi. Diversamente dai piccoli villaggi dove i legami di<br />

responsabilità si possono tracciare sotto forma di una gerarchia di rap porti e di<br />

obblighi, in città c’è un vasto mare di “poveri” » 26 .<br />

Il trasferimento, avvenuto in questo periodo, <strong>della</strong> gestione dei ser vizi pubblici<br />

e degli enti assistenziali dallo stato alle élite locali si colle ga ovviamente all’indebolimento<br />

<strong>della</strong> burocrazia imperiale, fenomeno insieme ciclico e secolare. Mary B.<br />

Rankin ha ritratto in modo convin cente questo processo nella sua fase del tardo<br />

periodo Ch’ing come l’e spansione di un settore «pubblico» (kung) extraburocratico,<br />

incentrato sulla comunità e fermamente controllato dall’élite locale 27 . Verso la fi ne<br />

del secolo XIX, però, il governo desiderava rientrare nel campo dei servizi sociali,<br />

che si stava espandendo, e non soltanto autorizzare e coor dinare le attività con cui i<br />

cittadini si aiutavano tra loro. Da un lato, il governo intendeva attingere alle risorse<br />

dello stato - soprattutto i redditi commerciali, come quelli dati dalla dogana marittima<br />

imperiale, che con tinuavano a essere alti nonostante il generale impoverimento<br />

del gover no ­ per sopperire a parte dei costi delle nuove iniziative filantropiche.<br />

Dall’altro lato, lo stato cominciò a incamerare proventi del genere delle tasse locali<br />

sulle attività, che in precedenza andavano alle associazioni di quartiere e alle case<br />

di beneficenza, e la locale amministrazione buro cratica cominciò ad assumere su di<br />

sé le funzioni sociali corrispondenti a quei redditi. Questi sviluppi furono uno dei<br />

percorsi che portarono alla creazione (anche se tardiva) di uno stato moderno, di<br />

tipo europeo, nella <strong>Cina</strong> dei secoli XIX e XX.<br />

Il tipo di cambiamenti descritto in precedenza si accompagnava ad altri<br />

cambiamenti nel ruolo delle élite e nel rapporto tra le élite e lo sta-<br />

25 Inspectorate General of Customs, «Chefoo» in Decennial Reports cit., p. 60.<br />

26<br />

J. A. Berling, «Religion and Popular Culture» cit., p. 205.<br />

27 Mary B. Rankin, Elite Activism and Political Transformation in China, Stanford, Stan ford University<br />

Press, 1986.<br />

to. In misura notevole, l’esperienza <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> a questo proposito è ana loga a quella

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