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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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60 David N. Keightley<br />

sti spiriti fossero in origine divinità locali, gli antenati di particolari tri bù, è abbastanza<br />

convincente 33 . Analogamente, sembra che Shang Ti, l’Imperatore Celeste<br />

(«Signore Superiore»), possa essere stato un pro genitore <strong>della</strong> famiglia reale Shang.<br />

Ed è chiaro che il signore Chou giunse a considerarsi come il T’ien Tzu, il «Figlio<br />

del Cielo». Anche se, in molti di questi casi, il legame biologico è alquanto dubbio, il<br />

concetto genera le del rapporto tra l’uomo e gli spiriti dell’universo è implicitamente<br />

un legame genealogico. Si riteneva che i sovrani avessero un rapporto spe ciale,<br />

quasi familiare, con la divinità suprema: l’uomo era il figlio degli spiriti, ancestrali e<br />

non. Di conseguenza, non c’era un radicale senso di differenza tra spiriti ed esseri<br />

umani. L’universo spirituale era unitario e il rapporto tra l’uomo e quell’universo<br />

non si basava tanto sull’osser vazione e sull’esplorazione personali, quanto sulla<br />

partecipazione ai gruppi sociali che erano i centri primari del sentimento religioso.<br />

5.2. L’antica città cinese<br />

Nonostante la sua capacità di concentrare e di accentuare i valori culturali, la<br />

religione non è una variabile indipendente. Poiché la reli gione opera all’interno<br />

<strong>della</strong> società ed è un prodotto <strong>della</strong> società stes sa, non possiamo ignorare l’ambiente<br />

e il contesto economico che han no prodotto la forma cinese di predominio<br />

da parte del lignaggio. L’an tica città cinese è istruttiva a questo proposito perché<br />

è significativa mente diversa dalle città <strong>della</strong> Mesopotamia o <strong>della</strong> Grecia classica.<br />

Non solo era visivamente ed esteticamente diversa, essendo costruita in gran parte<br />

di terra battuta, legno, paglia e piastrelle di ceramica, ma anche la sua composizione<br />

politica era diversa. Le antiche città cinesi si posso no considerare come espressione<br />

politico-religiosa dei poteri del lignag gio e <strong>della</strong> dinastia, centrata su un complesso<br />

di palazzo-tempio e co struita soprattutto per venire incontro ai bisogni di una élite<br />

dominante i cui antenati vi venivano venerati. Simili insediamenti erano caratterizzati<br />

da una regolarità <strong>della</strong> pianta e da una struttura unitaria di pote re, in cui<br />

mercanti e artigiani, subordinati alle élite dinastiche, svolge vano un ruolo politico<br />

relativamente poco importante.<br />

In Mesopotamia, invece, le sue enormi città crescevano per accumulo<br />

disordinato e ospitavano una popolazione vasta e diversificata. Il potere<br />

secolare e quello religioso erano nettamente distinti e spesso si trovavano<br />

in opposizione; il potere del palazzo si trovava ad affrontare al-<br />

33 Si veda David N.Keightley, «Akatsuka Kiyoshi and the Culture of Eraly China: A<br />

Study in Historical Metod» in Harvard Journal of Asiatic Studies, XLII, 1982, pp.294­99

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