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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Tradizioni religiose nella civiltà cinese: buddhismo e taoismo 189<br />

noi comprende meno di millecinquecento testi. Anche così, grazie alle riproduzioni<br />

anastatiche delle opere che ci sono giunte dalle dinastie Ming e Ch’ing e con<br />

l’aggiunta di moderni testi del rituale taoista che com pletano quelli del canone, la<br />

quantità di opere disponibili non è mai sta ta così grande come da quando è cominciato<br />

lo studio <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> da par te degli occidentali.<br />

Con questa descrizione delle tradizioni buddhiste e taoiste ho cerca to soprattutto<br />

di spiegare come e perché queste due grandi tradizioni si possano studiare<br />

in tutta la loro profondità attraverso le fonti scritte. In effetti, le fonti hanno i loro<br />

limiti; anche se potessimo ritrovare tutti i testi buddhisti e taoisti scomparsi nell’arco<br />

dei secoli, resterebbero molti aspetti delle due tradizioni — che vanno dalle<br />

ineffabili esperienze reli giose alla banale etichetta osservata nei monasteri — che<br />

ci resterebbero incomprensibili perché nessuno li ha mai descritti. Come sanno<br />

intuiti vamente le persone che hanno una fede religiosa, e come illustrano con efficacia<br />

i maestri Ch’an <strong>della</strong> <strong>Cina</strong>, la religione non è una cosa che si limiti ai libri.<br />

Ma anche i maestri Ch’an attribuirono un certo valore alla parola scritta. La<br />

verità poteva consistere in qualcosa di alto e luminoso come la luna, ma la parola<br />

scritta poteva ancora essere utile come «dito che indica la luna». Ci sono, naturalmente,<br />

sistemi più diretti per avvicinar si alla religione cinese che non quello<br />

di leggere un libro: assistere alla vita religiosa di una comunità cinese o anche<br />

semplicemente prendere parte all’addestramento Zen o anche agli esercizi di arti<br />

marziali basati sulle credenze taoiste. Tuttavia, la maggior parte dei cinesi d’oggi<br />

esite rebbe a far rientrare queste forme religiose nella propria tradizione cul turale<br />

«alta», che per loro è prevalentemente secolare (anche se lo Zen, che in origine era<br />

cinese, è a volte spacciato per la quintessenza <strong>della</strong> civiltà giapponese). Se la <strong>Cina</strong><br />

non possedesse un’eredità di documenti scritti che risalgono fino al lontano passato<br />

— e dobbiamo ricordare che non molte culture hanno conservato approfondite<br />

documentazioni scritte <strong>della</strong> loro storia — sarebbe difficile, anche facendo uso<br />

delle testimonianze artistiche e archeologiche che ci restano <strong>della</strong> cultura materiale<br />

dell’an tica <strong>Cina</strong>, contestare l’affermazione, che spesso viene fatta da qualche<br />

zelante difensore dell’immagine razionale e umanistica <strong>della</strong> civiltà ci nese, che la<br />

religione ha sempre svolto una parte molto limitata nella cultura cinese. Grazie agli<br />

scritti canonici del taoismo e del buddhismo che ci sono giunti, la nostra attenzione<br />

non si rivolge solo alla posizione <strong>della</strong> religione in <strong>Cina</strong>, ma anche all’esperienza<br />

religiosa cinese lungo un arco di molti secoli.

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