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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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L’arte cinese e il suo impatto sull’Occidente 309<br />

se il cui contenuto sia volgare o diseducativo, per quanto ben scritto, verrebbe<br />

considerato da un cinese buono o bello. A questo proposito, sarà utile notare che<br />

quando un cinese apprezza un’opera d’arte, non dice che è molto bella (hen mei), ma<br />

che è molto buona (hen hao).<br />

Prima di lasciare l’argomento <strong>della</strong> pittura, occorre ricordare che molto prima<br />

che l’idea di un’arte che spazia su quattro dimensioni venisse sco perta in Occidente,<br />

i cinesi ne avevano già fatto il loro modo naturale di espressione pittorica. Con<br />

«quattro dimensioni» mi riferisco a un’ar te che unisce le tre dimensioni dello spazio<br />

a quella del tempo. Nel lun go rotolo da svolgere Ch’ing-ming shang-ho t’u (Risalendo<br />

il fiume all’e poca <strong>della</strong> festa di Ch’ing­ming; si veda la fig. 31), un famoso esempio<br />

del realismo del secolo XII, si dispiega un paesaggio che potrebbe esse re percorso<br />

a piedi nell’arco di parecchie ore, se si viaggiasse lungo l’ar gine in direzione <strong>della</strong><br />

capitale del Sung Settentrionale. È un perfetto parallelo con l’esame di Shen Kua<br />

da parte di Nathan Sivin (si veda il capitolo settimo, «Scienza e medicina nella storia<br />

cinese») e una testi monianza dell’atteggiamento scientifico del Sung Settentrionale<br />

nei ri guardi del mondo reale, che non ritornerà nella pittura cinese finché la <strong>Cina</strong><br />

non subirà l’impatto dell’arte occidentale, nel secolo XX. Il deca dimento dell’arte<br />

realista, dalla dinastia Yuan in poi, fu dovuto soprat tutto al fatto che i princìpi<br />

estetici non erano più fissati dalla corte, ma dai letterati, i cui ideali artistici erano<br />

assai diversi.<br />

Una delle ragioni che permisero al pittore cinese di ottenere un simi le risultato<br />

fu un senso dello spazio scoperto in Occidente soltanto nel secolo XX, quando<br />

Naum Gabo proclamò nel suo manifesto realista (1920): «Non possiamo misurare<br />

lo spazio mediante gli oggetti; possia mo misurarlo soltanto con lo spazio». Nella<br />

pittura cinese, lo spazio non è confinato entro la cornice, perché i dipinti cinesi non<br />

hanno cornice. Inoltre, il dipinto è in se stesso il ritratto di uno spazio, in cui possono<br />

esserci pietre, montagne, alberi, persone, pesci o semplicemente aria o acqua.<br />

Quando Pa­ta Shan­jen dipinge un pesce sulla carta bianca di un foglio di album (si<br />

veda la fig. 32) sappiamo che il pesce nuota nell’ac qua e che avremo ancora sotto<br />

gli occhi l’acqua quando, con un guizzo <strong>della</strong> coda, il pesce scomparirà alla vista.<br />

Nel dipinto di Pa-ta lo spazio c’è, indipendentemente dal fatto che sia occupato da<br />

oggetti o non lo sia. Potrebbe essere occupato altrettanto bene da una poesia.<br />

Ho cercato di suggerire in modo molto schematico alcune delle<br />

idee essenziali e alcuni dei valori dell’arte cinese. Fino al secolo XVI l’arte<br />

cinese era virtualmente sconosciuta in Occidente, a parte un gruppetto<br />

di draghi e di fenici che avevano attraversato l’Asia per approdare infine<br />

sui paramenti sacerdotali dell’Italia medievale, e in particolare sulle

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