31.05.2013 Views

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

La tradizione confuciana nella storia cinese 141<br />

stato) è altrettanto importante quanto «produrre». E infatti, per Men cio, nella loro<br />

qualità di studiosi, i confuciani servivano i vitali interessi dello stato non con il diventare<br />

amministratori burocratici, ma con l’as sumersi il compito di insegnare alla<br />

minoranza dominante l’arte del «go verno umano» (jen-cheng) e la via dei re (wang-tao).<br />

Nei suoi contatti con i signori feudali Mencio si comportava non solo da consigliere<br />

poli tico, ma anche come insegnante di re. Egli affermò che un uomo vero o nobile<br />

(chün-tzu, «gentiluomo») non si lascia corrompere dalla ricchezza, né sottomettere<br />

dal potere, né scuotere dalla povertà. Per esprimere la relazione tra l’idealismo morale<br />

confuciano e la con creta realtà sociale e politica del suo tempo, Mencio criticò<br />

le ideologie più diffuse — il collettivismo di Mo Tzu 23 e l’individualismo di Yang<br />

Chu — sostenendo l’impossibilità <strong>della</strong> loro attuazione. Mo Tzu patroci nava l’«<br />

amore universale», ma Mencio osservò che l’altra faccia dell’e sortazione moista a<br />

trattare un estraneo con la stessa intimità con cui si trattava il proprio padre portava<br />

a trattare il proprio padre con la stessa indifferenza con cui si trattava uno straniero.<br />

Quanto a Yang Chu, che invece patrocinava il primato dell’individuo, Mencio<br />

ribatté che l’ec cessiva dedizione agli interessi personali porta al disordine politico.<br />

So stenne inoltre che nel collettivismo moista non si può conservare la «pa ternità»<br />

mentre invece nell’individualismo di Yang Chu non può esiste re la «regalità». Nel<br />

progetto di riforma sociale di Mencio, il linguaggio del profitto, dell’egoismo, <strong>della</strong><br />

ricchezza e del potere doveva spostarsi sul piano mo rale, con particolare risalto<br />

per la rettitudine, la dedizione al bene pub blico, il benessere del popolo e il buon<br />

esempio da parte delle autorità. Tuttavia, Mencio non parlava contro il profitto.<br />

Anzi, insegnava ai si gnori feudali a scegliere una via che, a lungo termine, avrebbe<br />

assicura to loro profitto, potere e ricchezza. Li spingeva a guardare al di là dell’orizzonte<br />

dei loro palazzi e a coltivare i legami con la comunità, com posta non<br />

solo di ministri, amministratori e funzionari, ma anche di masse in apparenza indifferenziate.<br />

Solo allora, sosteneva, sarebbero riusciti a conservare la loro carica.<br />

Li incoraggiò a praticare la benevolenza e li avvertì che questo era cruciale per la<br />

sicurezza delle loro famiglie e <strong>della</strong> loro discendenza. Il richiamo di Mencio — nel<br />

suggerire un meccanismo di governo — a ciò che tutte le persone hanno in comune<br />

si basa sul suo forte senso «populista» che le persone sono più importanti dello<br />

stato, che lo stato è più importante del sovrano, e che il sovrano che non agisce<br />

in accordo con la via dei re non è adatto al suo ruolo. Con un’applicazione ad hoc<br />

23 Si veda la voce Moisti nel Glossario.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!