31.05.2013 Views

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

94 Jack L. Dull<br />

burocratizzazione la loro posizione; la presenza dei grandi segretari e dei loro equivalenti<br />

pre-Ming, come i maestri di scrittura <strong>della</strong>dinastia Han, mostra la decisione<br />

con cui i sovrani perseguirono questo fine. Con il tempo, tuttavia, la ripetuta<br />

burocratizzazione di queste posizioni di segretari e di consiglieri indica che anche<br />

se i sovrani riuscirono a evi tarla per quanto riguardava se stessi, non riuscirono a<br />

impedire che il processo di burocratizzazione si estendesse fino ai loro consiglieri.<br />

Il passaggio dei grandi segretari Ming da un ruolo di consiglieri <strong>della</strong> «corte<br />

interna» a un ruolo amministrativo <strong>della</strong> «corte esterna» si com pletò solo nel 1730,<br />

quando già si era nella dinastia Ch’ing. L’imperato re allora si rivolse al consiglio<br />

di stato (chün-chi-ch’u) per avere consigli indipendenti. Il consiglio era costituito<br />

di cinque membri, due cinesi e due Manchu diretti da un presidente Manchu. Di<br />

regola, i membri del consiglio coprivano importanti posizioni in altri uffici amministrativi.<br />

La loro importanza derivava dagli incontri giornalieri con l’imperatore,<br />

in occasione dei quali si arrivava a decisioni politiche e si diramavano ordini.<br />

La presenza di cinesi e Manchu nel Consiglio di stato mostra che i dirigenti<br />

Manchu avevano imparato dall’esperienza storica <strong>della</strong> dina stia Yuan che condividendo<br />

il potere con i cinesi si riusciva a governare meglio e con meno attriti.<br />

Perciò c’era spesso un raddoppiamento degli incarichi governativi centrali per accontentare<br />

tutt’e due le etnie. Ai li velli più bassi, però, i cinesi dominavano numericamente<br />

la struttura am ministrativa.<br />

I principali organi amministrativi delle dinastie Ming e Ch’ing era no le sei giunte.<br />

A parte la presenza sia di cinesi sia di Manchu, in esse ci fu una grande continuità<br />

dal periodo Ming al Ch’ing. I Manchu ag giunsero l’equivalente di una settima<br />

giunta, chiamata corte degli Affa ri coloniali (li-fan-yuan) a testimonianza <strong>della</strong> maggiore<br />

estensione del l’impero Ch’ing. Questa corte era responsabile dei rapporti<br />

diplomatici tra il governo Ch’ing e le tribù mongole, il Tibet, la Russia e gli stati<br />

delle oasi dell’Asia centrale. Nel 1861, in un cambiamento delle istitu zioni dettato<br />

dagli occidentali, questa corte venne trasformata in un Mi nistero degli Esteri di<br />

stampo occidentale.<br />

Le funzioni censorie e quelle di rimostranza hanno una lunga storia,<br />

in <strong>Cina</strong>, con vari alti e bassi 19 . Affrontando i tre aspetti del problema<br />

possiamo chiarirne almeno in parte le funzioni, ma su queste istituzioni<br />

19 Charles O. Hucker, The Censorial System in Ming China, Stanford, Stanford Univer sity Press, 1966,<br />

è l’unico volume completamente dedicato al censorato. Si vedano anche le opere citate nelle<br />

note 6, 7 e 10.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!