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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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142 Tu Wei-Ming<br />

del principio confuciano <strong>della</strong> «rettificazione del nome», Mencio con clude che un<br />

governante non adatto debba essere avvertito mediante la critica, corretto e riabilitato<br />

o, come ultima risorsa, deposto, dato che: «Il Cielo vede come vede il popolo;<br />

il Cielo sente come il popolo sen te», e che nei casi gravi la rivoluzione (letteralmente<br />

«cambiare il man dato») è non solo un atto giustificabile, ma diviene un vero e<br />

proprio imperativo morale 24 .<br />

Il concetto «populista» <strong>della</strong> politica di Mencio si basa sulla sua vi sione filosofica che<br />

gli esseri umani possono perfezionarsi tramite il coin volgimento e lo sforzo personale<br />

e che la natura umana è buona. Anche se ammetteva la presenza di fattori biologici<br />

e ambientali capaci di mo dificare la condizione umana, Mencio insisteva sul<br />

fatto che diventia mo morali perché semplicemente vogliamo diventarlo. Secondo<br />

Men cio, il motivo che fa sì che la «volontà» porti a un atto morale trasmuta tivo è<br />

che la nostra propensione naturale alla bontà entra automatica mente in azione non<br />

appena decidiamo di portarla alla nostra attenzio ne conscia. Come illustrazione<br />

di questo, Mencio edificava la sua idea di governo umano sull’asserzione che ogni<br />

essere umano è capace di com miserazione: «Tutti gli uomini hanno un cuore sensibile<br />

alle sofferenze altrui. Gli antichi sovrani avevano un cuore siffatto e perciò<br />

istituirono governi umani. Quando con un cuore così sensibile si attua un governo<br />

umano, governare l’impero è facile come rigirarlo sul palmo <strong>della</strong> ma no» 25 . Mencio<br />

osserva che ogni essere umano ha quattro sentimenti: commiserazione, vergogna,<br />

pudore e il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Come un fuoco che<br />

s’accende o una fonte che sgorga, questi sentimenti servono da basi per coltivare<br />

le quattro virtù cardina li: umanità, rettitudine, rispetto dei riti e saggezza. Mencio<br />

intende di re che diventiamo morali non perché ci viene detto che dobbiamo opta re<br />

per il bene, ma perché la nostra natura più profonda si esprime spon taneamente<br />

sotto forma di bontà. Mencio insegnò che tutti abbiamo le risorse spirituali interiori<br />

ne cessarie per approfondire la nostra autocoscienza e per ampliare la no stra<br />

rete di partecipazione alla comunità. Nonostante i vincoli biologici e ambientali,<br />

abbiamo sempre la libertà e la capacità di raffinare e am pliare la nostra nobiltà,<br />

dono del Cielo (il nostro «grande corpo»). L’i dea di Mencio di una scala di gradi di<br />

realizzazione nella costruzione del carattere illustra in modo assai vivido il raffinamento<br />

continuo e l’al largamento costante <strong>della</strong> nostra personalità:<br />

Chi attira su di sé il nostro desiderio dicesi buono (shan).<br />

Chi ha la bontà in sé dicesi sincero (hsin).<br />

24 Mencio, 5a.5.<br />

25 Ibid., 2a.6.

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