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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Donne, matrimonio e famiglia nella storia cinese 245<br />

mere funerarie di pietra o di mattoni e adottavano altre misure che, nel l’intenzione,<br />

avrebbero dovuto conservare il corpo, come quella di col locare nella cassa articoli<br />

di giada o perfino, nel famoso esempio Han, di coprire di giada il cadavere.<br />

La pratica <strong>della</strong> cremazione era giunta in <strong>Cina</strong> con il buddhismo. Era il tipico<br />

sistema funebre indiano e i monaci buddhisti lo introdussero in <strong>Cina</strong>. Era una<br />

pratica del tutto sensata per il concetto buddhista di trasmigrazione delle anime.<br />

Il morto sarebbe rinato in un altro corpo: non c’era bisogno di conservare quello<br />

vecchio o di ritardarne la disso luzione. In <strong>Cina</strong>, molte volte, <strong>della</strong> cremazione si<br />

occupavano le stesse organizzazioni buddhiste; alcuni crematori erano collegati ai<br />

templi bud dhisti, che fornivano anche un luogo dove conservare le ceneri rimaste<br />

dopo la cremazione, oppure un laghetto dove spargerle.<br />

La prova <strong>della</strong> diffusione <strong>della</strong> cremazione in epoca Sung è chiara sia dalle fonti<br />

testuali sía da quelle archeologiche. Nel 962 la pratica venne messa fuori legge,<br />

ma non venne soppressa. Nel 1158 un funzionario scrisse in un memoriale che:<br />

«Oggi tra la gente è invalsa l’abitudine del la “trasformazione con il fuoco “. Finché<br />

i genitori sono in vita, la gente si preoccupa di non poter dar loro tutto quello che<br />

chiedono, ma quan do muoiono li arrostiscono e li gettano via ... I peggiori trasgressori<br />

sono quelli che li bruciano e poi ne gettano i resti nell’acqua ... Oggi la crudeltà<br />

<strong>della</strong> cremazione aumenta di giorno in giorno» 34 . Nel 1261 un altro funzionario<br />

descrisse un crematorio nei pressi di Soochow: «C’è un tempio chiamato “Aiuto<br />

per tutti” a un li [circa un terzo di miglio] a sudovest <strong>della</strong> città. Da molto tempo<br />

questo tempio ha una decina di forni crematori che operano a pagamento. Tutti<br />

gli ignoranti <strong>della</strong> città ne sono affascinati. Non appena i loro genitori muoiono, li<br />

portano via con il carretto e li consegnano alle fiamme. Le ceneri che rimangono<br />

vengono raccolte e gettate in un profondo laghetto» 35 .<br />

Neoconfuciani come Ssu­ma Kuang, Ch’eng Hao (1032­1085) e Chu Hsi rimasero<br />

allibiti davanti alla pratica <strong>della</strong> cremazione e la criticaro no severamente,<br />

definendola barbarica e giudicandola una mutilazione del corpo dei genitori. La reazione<br />

di questi studiosi pare abbia dato nuovo coraggio ai funzionari governativi,<br />

spingendoli a cercare nuovi modi per eliminare la cremazione. Spesso i funzionari<br />

locali cercarono di aiutare i poveri che, secondo loro, ripiegavano sulla cremazione<br />

perché non po tevano permettersi di comprare il terreno per la sepoltura. Han<br />

Ch’i (1008-1075) riservò ai poveri alcuni appezzamenti, in modo che non do-<br />

34 T’o et al., Sung shih cit., vol. 125, pp. 2918-2919.<br />

35 Huang Chen, Huang-shih jih-ch’ao, edizione Ssu-k’u Ch’üan-shu, vol. 70, p. 14b.

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