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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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294 William T.Rowe<br />

sone. In <strong>Cina</strong>, come in Occidente, quest’ultimo aspetto si ispirò probabilmente ad<br />

analoghe innovazioni contemporanee nella strut tura delle imprese commerciali e<br />

industriali 24 .<br />

A Hankow, oggetto delle mie ricerche, la fase di fine­Ch’ing del pro cesso ebbe<br />

inizio con il finanziamento privato di due case di beneficen za negli anni 1820 e<br />

1830, che fornivano servizi specializzati (allestiva no le barche di salvataggio nella<br />

zona del porto e organizzavano le se polture a spese pubbliche) in tutta la municipalità<br />

e che erano finanzia te dal reddito di alcuni terreni urbani di loro proprietà.<br />

Verso la fine del secolo, le case di beneficenza esistenti erano salite a una trentina:<br />

ciascuna era gestita da un gruppo di cittadini del suo quartiere, ma era no legate tra<br />

loro in un sistema cittadino ed erano finanziate con lasciti, sottoscrizioni e tasse<br />

(irregolari) sulla proprietà. Le case di beneficenza fornivano un gruppo sempre più<br />

vasto di servizi, compresa la distribu zione ai poveri di cibo e di abiti invernali, di<br />

cure mediche, sepoltura e servizio antincendi al vicinato. Le case non mantenevano<br />

personal mente forze di polizia, ma — almeno nei mesi invernali — i funzionari<br />

governativi locali coordinavano le loro attività con quelle <strong>della</strong> milizia municipale,<br />

finanziata dai mercanti e sempre più diffusa.<br />

Un ulteriore passo di questa tendenza fu la fondazione nel 1889 di una singola<br />

casa di beneficenza municipale nel porto franco di Chefoo, nello Shantung. Al costo<br />

di costruzione del magnifico edificio <strong>della</strong> shan t’ang fece fronte l’intera città con<br />

una sottoscrizione pubblica; i suoi co sti annuali di gestione — più di settemila tael<br />

— provenivano anch’essi da sottoscrittori, ma con in più una speciale tassa sull’oppio<br />

e una so vrattassa sui dazi portuali. La Casa di Beneficenza di Chefoo era suddivisa<br />

internamente in sedici sezioni che coprivano la gamma delle solite attività delle<br />

shan-t’ang: distribuzione di scodelle di riso, seppellimento dei corpi non ritirati dai<br />

parenti, allestimento delle barche di salvatag gio, vaccinazione antivaiolosa, raccolta<br />

<strong>della</strong> carta e gestione di una cli nica per la disintossicazione dall’oppio. Funzionava<br />

anche come società di credito: offriva prestiti senza interesse fino alla somma di<br />

cinquemila monete di rame a persone che uscivano da periodi di invalidità, per aiu-<br />

24 Questo punto è messo in evidenza nel contesto europeo in David Owen, English Phi lanthropy,<br />

1660-1960, Cambridge, Harvard University Press, 1964, pp. 3, 13. Sull’esperien za cinese si veda soprattutto<br />

Fuma Susumu, « Zenkai to zentō no shuppatsu» [L’origine del lo shan-hiu e dello shan-t’ang] in<br />

Ono Kazuko (a cura di), Min-Shin fidai no seiji to shakai [Governo e società nel periodo Ming-Ch’ing],<br />

Kyōto, Kyōto daigaku jinbun kagaku kenkyūjo, 1983, pp. 189­232.<br />

tarle a riprendere il lavoro; il prestito veniva rimborsato in ratei giorna lieri di dieci

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