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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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Glossario 373<br />

trascurato i riti e di avere usurpato posizioni loro non spettanti, Confucio ri- scrisse<br />

gli annali del feudo dove era nato, in modo da far risaltare gli errori di rito e<br />

di protocollo commessi dai vari duchi. Poiché le cronache originali di Confucio<br />

sono molto concise, l’opera è in genere accompagnata da Commentari* dovuti a<br />

Tso Ch’iu­ming (il più noto dei commentari; secondo la leggenda, il suo autore fu<br />

discepolo diretto di Confucio), Kung-yang e Ku- liang, scritti nel IV-III secolo a.<br />

C., che riferiscono più estesamente gli aned- doti e gli eventi storici a cui fa riferimento<br />

l’opera.<br />

Riti di Chou: (tit. orig.: Chou-li) Opera contenuta nel canone confuciano, risalente<br />

al IV-I secolo a. C., di incerta attribuzione. Presenta un’esposizione idealizzata<br />

del sistema amministrativo <strong>della</strong> dinastia Chou (1045­256 a. C.) (da Bertuccioli,<br />

mod.).<br />

Riti di etichetta: (tit. orig.: I-li) Opera contenuta nel canone confuciano, ri- salente<br />

al IV-I secolo a. C., di incerta attribuzione. Diversamente dal Li-chi (Libro dei<br />

riti o Memorie sui riti), che è una raccolta di testi di varie epoche, in parte attribuiti<br />

ad alunni di Confucio, e che per la dovizia di aneddoti sulla vita del maestro completa<br />

l’immagine data dagli Analetti, questa opera è una raccolta di rituali: contiene<br />

dettagliate descrizioni del cerimoniale da seguire in occasione di banchetti, matrimoni,<br />

sacrifici, funerali, gare di tiro con l’arco, missioni diplomatiche e così via (da<br />

Bertuccioli, mod.).<br />

Scapulomanzia: Antica forma divinatoria cinese, riservata alla famiglia re- gale,<br />

praticata fin dalla dinastia Shang (1766­1045 a. C.) con gusci di tartaru­ ghe e ossa<br />

di animali (in prevalenza, scapole di bovini). Appoggiando sull’osso un tizzone<br />

ardente o una verga di bronzo arroventata, vi si producevano incri- nature che,<br />

con la forma e la direzione, davano il responso chiesto agli dèi. Le iscrizioni poste<br />

dai sacerdoti sulle ossa usate per la divinazione sono tra i più antichi documenti<br />

<strong>della</strong> scrittura cinese; un archivio di queste ossa rinve- nuto ad Anyang nell’Honan,<br />

dove era l’antica capitale, ha permesso di verifi­ care l’effettiva storicità <strong>della</strong> dinastia<br />

Shang. Nelle scritte, le domande più fre- quenti riguardano: a) a quale spirito<br />

si doveva offrire un determinato sacrifi­ cio; b) la direzione di un viaggio, quanto<br />

doveva durare e quanto ci si doveva fermare; e) la caccia e la pesca; d) il raccolto; e)<br />

il tempo; f) malattie e guarigio­ ni e così via (da Needham, mod.).<br />

Shih Chih: si veda Ssu-ma Ch’ien.<br />

Signore di Shang: Kung­sun Yang (o Wei Yang), signore di Shang, è il più<br />

noto esponente dei legisti, scuola filosofica che si sviluppò dopo il IV secolo<br />

a. C. (epoca dei Regni Combattenti, 403­221 a. C.), quando, sgretolatosi<br />

l’im­ pero Chou (1045­256 a. C.) e resisi indipendenti gli stati feudali, la lotta<br />

tra questi cominciò a svolgersi senza esclusione di colpi finché non rimase<br />

il solo Ch’in, il cui signore si proclamò primo imperatore (221 a. C.). Era una<br />

vera lotta per la sopravvivenza, che richiedeva la mobilitazione di tutte le risorse<br />

dello stato, a costo di sacrificare gli interessi individuali e collettivi (i riti, le

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