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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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78 Jack L. Dull<br />

A livello locale (che nel caso cinese si riferisce a tutto ciò che esula dal governo<br />

centrale) il regime Ch’in sfruttò tendenze precedenti, co muni a molti stati del<br />

periodo preimperiale, dividendo il regno in pro vince (chien) suddivise a loro volta<br />

in prefetture (hsien). Per ciascuna delle trentasei (successivamente quarantadue)<br />

province venivano nominati tre funzionari, direttamente dal trono o con la sua<br />

approvazione: un ammi nistratore (shou) responsabile <strong>della</strong> gestione di tutti gli affari<br />

<strong>della</strong> pro vincia; un funzionario con ruolo di sorveglianza (chien yti-shih) il quale<br />

controllava che l’amministratore seguisse i dettami imperiali; e un co mandante (wei)<br />

che era il capo <strong>della</strong> polizia e aveva la responsabilità di addestrare all’uso delle armi<br />

i soldati di leva. A livello di prefettura c’e rano altri tre funzionari imperiali, sostanzialmente<br />

con la stessa suddi visione di responsabilità, a parte la presenza di un assistente<br />

prefetto (hsien-ch’eng) invece di un sorvegliante. La legge dell’allontanamento<br />

(do cumentata per il periodo Han ed esistente, con molta probabilità, già in quello<br />

Ch’in) vietava a un funzionario imperiale di prestare servizio nella propria giurisdizione<br />

d’origine. Perciò i funzionari delle prefettu re e delle province erano forestieri,<br />

ma gli impiegati fissi, che potrem mo definire sub­burocratici perché non avevano<br />

un incarico nella buro crazia imperiale, erano abitanti del luogo. Il prefetto locale<br />

(ling) guida va questi sub-burocrati e si appoggiava a essi per talune funzioni essenziali<br />

come la tenuta dei registri anagrafici, la raccolta delle tasse in de naro e in merci,<br />

la manutenzione delle strade e dei ponti, l’amministra zione <strong>della</strong> giustizia e così via.<br />

In questo impero burocratico non vennero conservati gli elementi<br />

protofeudali delle epoche precedenti. Nella storiografia seguente, ispirata<br />

dal confucianesimo, il primo imperatore fu accusato di aver distrutto<br />

le istituzioni basate sul lignaggio, e l’eliminazione degli antichi regni fu<br />

senza dubbio un fattore che contribuì alla caduta dell’impero Ch’in, perché<br />

la fedeltà a quei regni rimase forte in tutta la breve durata <strong>della</strong> di nastia.<br />

La dinastia Han, dopo una guerra civile di notevoli proporzioni, salì al comando<br />

nell’anno 206 a. C. Durò più di quattrocento anni, ma di solito la si considera<br />

suddivisa in due parti, Primo Han (o Han Occi dentale), che durò fino al 9 d. C., e<br />

Nuovo Han (o Orientale) dal 25 d.C. al 220 d. C. 8 . Nel breve periodo di interregno<br />

tra le due parti ci fu una dinastia di breve durata, la Hsin, fondata da Wang Mang, che<br />

8 Sul periodo Han si veda The Cambridge History of China cit., vol. 1. Sul governo del l’impero<br />

Han si veda anche Hans Bielenstein, The Bureaucracy of Han Times, Cambridge, Cambridge University<br />

Press, 1980.

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