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L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

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La storia sociale <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> moderna in una prospettiva comparata 285<br />

ro, di rifiutarsi di eseguire lavori personali o altri lavori non definiti al mo mento<br />

dell’assunzione, e di allontanarsi al termine del periodo di lavoro pattuito, o quando<br />

i termini del contratto - come le ore lavorative o la na tura del lavoro - erano state<br />

violate o quando non riceveva il salario. L’am ministrazione imperiale, probabilmente,<br />

non s’intrometteva con regola rità nella società per far rispettare queste leggi,<br />

ma i ricercatori hanno tro vato molti documenti in cui, nella discussione di cause<br />

penali, le autori tà dello stato si rifacevano a queste leggi nell’emettere la sentenza 7 .<br />

La liberalizzazione dei rapporti di dipendenza personale e l’incorag giamento<br />

<strong>della</strong> mobilità geografica contribuirono a una situazione in cui una percentuale<br />

crescente <strong>della</strong> forza-lavoro era occupata prevalentemente in attività non agricole.<br />

Nessuno ha ancora fornito la prova conclusiva di grandi concentrazioni di proprietà<br />

terriera nel periodo Ch’ing, ma la dimensione media delle fattorie familiari<br />

deve essere diminuita dra sticamente. Inoltre, in qualche momento l’aumento di<br />

produttività che era stato responsabile dall’espansione delle terre coltivate e del<br />

maggio re rendimento delle aree venne superato dal tasso di incremento demografico.<br />

Molti studiosi oggi accettano la valutazione di Ping­ti Ho che pone il punto<br />

di svolta nell’anno 1800, anche se, naturalmente, ci sono state differenze regionali 8 .<br />

Un risultato di questo processo fu quello che Philip C. C. Huang, studiando il Nord<br />

<strong>della</strong> <strong>Cina</strong>, chiama «proleta rizzazione parziale»: le famiglie contadine continuarono<br />

a mantenere inef ficienti fattorie unifamiliari e a trarre il reddito principale dalla<br />

vendita <strong>della</strong> loro forza-lavoro a contadini più abili o alle piccole industrie rura li,<br />

come le spremiture dell’olio e le fabbriche di carta 9 . Nelle aree più commercializzate,<br />

che offrivano maggiori opportunità economiche, pe rò, un numero crescente di<br />

persone abbandonava la campagna.<br />

Probabilmente, l’aumento <strong>della</strong> pressione <strong>della</strong> popolazione si sentì prima nella<br />

<strong>Cina</strong> sudorientale e centrale, dove, verso la metà del secolo XIX esplose la Ribellione<br />

dei Taiping 10 . Oltre a frenare immediatamen te la crescita <strong>della</strong> popolazione ( direttamente<br />

o indirettamente, di solito si calcola che la ribellione sia costata trenta milioni di<br />

morti ) le guerre dei Taiping portarono a massicci trasferimenti di sfollati nelle aree ru-<br />

7 Ad esempio, Wu Liang­k’ai, «Ch’ing­tai Ch’ien­lung shih­ch’i nung­yeh ching­chí kuan­hsi te<br />

yen­pien ho fa­chan» [Lo sviluppo dei rapporti economici agrari nel regno di Ch’ienlung dei Ch’ing]<br />

in Ch’ing-shih lun-tsung, I, 1979, pp. 5-36.<br />

8 Ping-ti Ho, Studies on the Population of China, 1368-1953, Cambridge, Harvard University<br />

Press, 1959.<br />

9 Philip C. C. Huang, The Peasant Economy and Social Change in North China, Stanford, Stanford<br />

University Press, 1985.<br />

10 Si veda la voce Taiping, rivolta dei nel Glossario.

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