31.05.2013 Views

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

L'eredità della Cina - Fondazione Giovanni Agnelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

La storia sociale <strong>della</strong> <strong>Cina</strong> moderna in una prospettiva comparata 293<br />

Un secondo tipo di risposta urbana d’élite ai nuovi problemi sociali, l’associazione<br />

filantropica (organizzata sul modello di una società com merciale o di una<br />

corporazione), era, almeno alla superficie, meno mi nacciosa per il monopolio burocratico<br />

dell’autorità politica. Anche la par tecipazione a queste associazioni era<br />

molto più vasta; più diffuse nelle città più sviluppate commercialmente, queste non<br />

erano soltanto una funzione delle gilde mercantili. Esse ebbero inizio nel secolo<br />

XVI, eb bero una battuta d’arresto durante il periodo di efficienza burocratica del<br />

secolo XVII, poi si moltiplicarono nuovamente nel XIX. L’ispira zione e le finalità<br />

di queste associazioni erano quanto mai varie, ma il tipo di organizzazione era simile.<br />

Comprendevano associazioni buddhiste per la liberazione degli animali tenuti<br />

in cattività (fang-sheng-hui), organizzazioni confuciane per la raccolta e la distruzione<br />

rituale <strong>della</strong> carta straccia già utilizzata per scrivere (hsi--tzu--hui), e associazioni più<br />

secolari come quelle che allestivano barche di salvataggio (chiu-sheng-hui), che gestivano<br />

le squadre cittadine antincendi (shui-hui, pao-huo-hui) o finanziavano i granai<br />

pubblici (she-ts’ang). Le più diffuse e le più aperte nel tipo di servizi forniti erano<br />

l’istituzione nota alla fine del periodo Ming come l’« associazione benevola unita»<br />

(t’ung-shan-hui) e nel secolo XIX come «casa di beneficenza» (shan-t’ang).<br />

Molte di queste istituzioni avevano precedenti che risalivano al se colo XI, al<br />

Sung Meridionale, e che a quel tempo erano stati difesi dai pensatori sociali neoconfuciani<br />

dell’epoca, come Chu Hsi. Questi pre cedenti fanno sorgere uno spinoso<br />

problema che riguarda la continuità dell’organizzazione sociale cinese nel corso di<br />

un periodo durato quasi un millennio: è possibile che sia sempre stata sopravvalutata<br />

l’impor tanza dell’innovazione nel periodo successivo al secolo XVI? Certamente<br />

(come spero di avere mostrato) in quell’epoca ci fu un rapido cambia mento socioeconomico,<br />

ma è possibile che i cambiamenti da noi osser vati nel repertorio delle<br />

azioni collettive non fossero altro che un ritor no o una rinascita? O il mondo vigorosamente<br />

privato, urbano e com merciale del Sung meridionale, del tardo Ming e<br />

del tardo Ch’ing rap presentano la società cinese operante sul suo binario «normale»,<br />

e le di spotiche economie, dirette dall’alto, dello Yuan e del primo Ming, e la competente<br />

amministrazione burocratica al culmine del periodo Ch’ing sono soltanto brevi<br />

deviazioni? A parer mio, ci sono sufficienti testimo nianze per giustificare questa<br />

prospettiva. Tuttavia, la rinascita dell’at tivismo sociale alla fine del periodo Ming e di<br />

quello Ch’ing diedero prova di importanti innovazioni proprie. La tendenza generale<br />

portava all’ini ziativa extraburocratica, a un patrocino crescente, palese e deciso<br />

da parte dei mercanti, e — l’elemento forse più importante — a una struttura più<br />

articolata di gestione amministrativa e finanziaria da parte di associa zioni di per-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!