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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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Il diritto fallimentare delle società commerciali<br />

Anche, in secondo luogo, per stabilire quali sono i soci illimitatamente<br />

responsabili ai quali deve essere esteso il fallimento sociale, bisogna fare applicazione<br />

delle norme sostanziali che regolano le società a responsabilità<br />

illimitata. Mentre, però, non vi sono dubbi sulla individuazione dei soci illimitatamente<br />

responsabili delle società personali, con riguardo ai quali è<br />

solo necessario esaminare il fondamento della loro assoggettabilità al fallimento,<br />

particolarmente controverso è se il regime giuridico previsto dall’art.<br />

147 legge fallim. sia applicabile anche ai soci di società di capitali<br />

che, in via eccezionale, assumono responsabilità illimitata a norma degli<br />

artt. 2362 e 2247 cod. civ.<br />

Le ragioni di questa lacunosa disciplina legislativa, prevista dal r.d. 16<br />

marzo 1942, n. 267, vanno ricercate nella stessa origine degli istituti concorsuali<br />

nelle legislazioni di epoche in cui operavano pressocché esclusivamente<br />

imprenditori persone fisiche o piccole società e, comunque, imprese di<br />

modeste dimensioni.<br />

Nei decenni che si sono susseguiti, invece, le imprese individuali, anche<br />

se statisticamente prevalenti, hanno avuto sul mercato una rilevanza sempre<br />

più limitata, sovrastate, sul piano dimensionale e qualitativo, dalle imprese<br />

collettive, che meglio rispondono alle esigenze di selezione e concentrazione<br />

economica, caratteristiche dell’economia moderna. Le società, in specie<br />

quelle per azioni, inoltre, soddisfano l’aspirazione, che talvolta si è manifestata<br />

anche in relazione all’impresa individuale, ad una suddivisione del rischio<br />

economico, il quale tende a «spersonalizzarsi» ed a concentrarsi sul<br />

solo patrimonio destinato all’attività imprenditoriale. Non soltanto, però,<br />

le società di capitali, che sono la forma tipica dell’organizzazione della grande<br />

impresa, rispondono meglio alla logica ed alle esigenze della produzione<br />

e del commercio moderni, ma anche le società di persone, che tuttora costituiscono<br />

la forma più appropriata, in certo senso obbligata, per le piccole<br />

e medie iniziative economiche non individuali.<br />

La pratica, inoltre, quotidianamente dimostra che falliscono società che<br />

hanno un capitale irrisorio, sia pure conforme alle prescrizioni di legge, ed<br />

un passivo notevole che neppure in minima parte può essere soddisfatto, e<br />

che spesso la società diventa un mero strumento del quale uno o più soggetti<br />

o un’altra società se ne servono per esercitare una propria personale<br />

attività, senza andare incontro alla responsabilità illimitata, come nelle ipotesi<br />

del socio – persona fisica o società – tiranno o sovrano.<br />

Questa notevole diffusione delle società, con il conseguente uso ed abuso<br />

che se ne è fatto, ha determinato la tendenza al rafforzamento degli strumenti<br />

di garanzia per i creditori e, quindi, all’ampliamento della sfera delle<br />

persone fisiche cui addossare una responsabilità sussidiaria per il passivo<br />

delle società, mediante l’elaborazione di schemi che consentono di aggirare<br />

l’ostacolo della persona giuridica per imputare direttamente ai singoli soggetti<br />

effettivamente operanti le conseguenze, sul piano della responsabilità

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