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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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Il diritto fallimentare delle società commerciali<br />

consente di raggiungere accordi con i creditori, non necessariamente con<br />

tutti, al fine di comporre la crisi dell’impresa.<br />

La procedura di liquidazione concorsuale, che può essere avviata sia<br />

prima che dopo il verificarsi dell’insolvenza stessa, prevede comunque la<br />

possibilità di presentare un piano di ristrutturazione dell’impresa, sempre<br />

che i creditori siano d’accordo ed esprimano il loro consenso in tempi rapidi<br />

e cioè entro sei mesi dall’apertura del procedimento. In difetto, la procedura<br />

deve tendere alla liquidazione dei beni, con formalità meno gravose<br />

di quelle attuali, sia pure nel pieno rispetto dei princìpi di trasparenza e<br />

competitività.<br />

Quanto al presupposto oggettivo, queste procedure superano la nozione<br />

tradizionale di stato di insolvenza per ricomprendere il più ampio concetto<br />

di crisi dell’impresa. In sostanza, oltre alla decozione vera e propria,<br />

vengono in considerazione tutte le situazioni di squilibrio finanziario ed<br />

economico nelle quali l’impresa può venire a trovarsi, conformemente agli<br />

orientamenti da tempo prospettati dalla dottrina aziendalistica.<br />

6. Il sistema complessivo che emerge da questo quadro delle procedure<br />

concorsuali, in definitiva, avvicina la legislazione italiana a quella degli altri<br />

paesi europei, come peraltro era stato ripetutamente richiesto dalla Commissione<br />

europea, in particolare con il regolamento n. 1346/ 2000, tendente<br />

ad indicare direttive unitarie per le discipline spesso diverse fra i vari Stati<br />

ed i princìpi ispiratori della riforma del diritto concorsuale interno.<br />

Esso comprende la procedura di amministrazione straordinaria per le<br />

grandi imprese in crisi, nei limiti soggettivi modificati dal recente decreto<br />

legge 23 dicembre 2003, n. 347 (decreto Marzano).<br />

Per tutte le altre imprese individuali e sociali, l’obiettivo fondamentale<br />

delle procedure concorsuali non appare più la regolamentazione dei rapporti<br />

conseguenti alla loro liquidazione in caso di insolvenza, ma la necessità<br />

che la crisi finanziaria ed economica emerga in tempo utile per consentire<br />

un effettivo recupero e un risanamento che consenta la prosecuzione dell’attività.<br />

Se si considerano, tuttavia, gli scarsi risultati che nel corso degli anni hanno<br />

avuto le procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese<br />

in crisi, quasi tutte convertitesi in quella del fallimento, nonché il fatto che del<br />

tutto irrisoria è la percentuale di imprese che hanno visto recuperata la loro<br />

efficienza e produttività in seguito all’esperimento delle procedure, anch’esse<br />

tendenti alla conservazione dell’impresa, dell’amministrazione controllata e<br />

del concordato preventivo, alcune precisazioni appaiono doverose.<br />

L’interesse alla conservazione dell’impresa non può diventare un mito,<br />

da tutelare ad ogni costo, anche se si ha la certezza che si tratta di una impresa<br />

antieconomica, sacrificando ogni altro interesse coinvolto nel suo stato<br />

di insolvenza. Indubbiamente, in una economia moderna, mista o pro-

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