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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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Parte I - Dottrina 361<br />

di imprenditore commerciale per accedere al Chapter eleven; infatti, la disposizione<br />

legislativa recita «chiunque può essere assoggettato alla Liquidation<br />

può essere sottoposto alla Reorganization»( 8 ). L’eventualità che ad un soggetto<br />

non imprenditore fosse riconosciuto il diritto di usufruire di tale rimedio<br />

concorsuale aveva suscitato alcuni dubbi in dottrina, risolti dall’intervento<br />

della Corte Suprema che, nel 1991, ha ritenuto possibile l’estensione del<br />

Capitolo Undici anche al «consumer debtor», cioè a qualunque persona fisica<br />

inadempiente. La reorganization risulta, dunque, perseguire come risultato<br />

primario la ristrutturazione delle imprese commerciali, tuttavia anche i consumatori<br />

o i professionisti possono ricorrere a questo strumento.<br />

Anche il presupposto oggettivo, ossia lo stato d’insolvenza, è differentemente<br />

considerato nell’ordinamento statunitense, dal momento che si può<br />

prescindere dall’effettiva dimostrazione dello stesso. Qualora la domanda di<br />

ammissione alla procedura, c.d. petition, sia presentata dallo stesso debitore,<br />

egli dovrà dimostrare unicamente di avere debiti, a prescindere dalla<br />

prova dello stato d’insolvenza. Nell’ipotesi di involuntary case, invece, l’incapacità<br />

di adempiere regolarmente alle obbligazioni contratte deve essere<br />

provata dai creditori che abbiano presentato l’istanza.<br />

4. Soggetti. – Altra rilevante divergenza deve essere individuata nel ruolo<br />

svolto dal debitore nell’ambito del Chapter Eleven, rispetto a quello rivestito<br />

dallo stesso soggetto nel sistema italiano. Per prassi la legge statunitense<br />

mantiene a capo dell’organizzazione in crisi lo stesso imprenditore insolvente<br />

( 9 ), il quale sarà rimosso dall’incarico solo in ipotesi tassative di condotta<br />

dolosa, nel qual caso si provvederà alla nomina di un curatore. Allo<br />

stesso soggetto in crisi la normativa fallimentare assegna un termine di favore<br />

detto «exclusivity period», di centoventi giorni dalla presentazione dell’istanza<br />

per l’ammissione alla procedura, in cui egli è dotato di una legittimazione<br />

esclusiva alla presentazione del piano e di un ulteriore periodo di<br />

sessanta giorni per assicurarsi il consenso dei creditori. In questo modo, è<br />

garantita al debtor la possibilità di strutturare liberamente la sua proposta di<br />

risoluzione della crisi, delineando i caratteri essenziali della ristrutturazione<br />

e godendo anche di un’ampia libertà di manovra nell’orientare il consenso<br />

dei creditori, in modo da ottenere un accordo con la controparte, senza essere<br />

soggetto a condizionamenti eccessivamente rigidi ( 10 ). Al debitore è as-<br />

( 8 ) Ved. A. Castagnola, La nuova disciplina del fallimento negli Stati Uniti, inGiur.<br />

Comm., 1987, I, pag. 335.<br />

( 9 ) Ved. A. Castagnola, La liberazione del debitore (discharge) nel diritto fallimentare<br />

statunitense, Milano, 1993, pag. 312<br />

( 10 ) Ved. F. Marelli, La procedura di riorganizzazione prevista dal Capitolo 11 del<br />

Bankruptcy Code, inRiv. trim. dir. proc. civ., 1992, pag. 568.

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