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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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Parte I - Dottrina 391<br />

lizza la funzione logistica per determinare la probabilità di default (linear<br />

probability model ( 21 )) e che sostanzialmente è riconducibile alla formula riportata<br />

nel riquadro.<br />

Default Probability = 1 / (1 + e -y )yèla media ponderata di alcuni dati<br />

di bilancio e è la base del logaritmo naturale.<br />

Il valore che si ottiene sarà di zero per imprese sane e di 1 per quelle<br />

anomale o dissestate. Quanto più l’indice si avvicina ad 1, tanto più elevata<br />

sarà la probabilità di default e quindi di insuccesso del piano.<br />

Il valore della funzione logistica, con i dati del bilancio iniziale, quando<br />

raffrontato con quello del bilancio della proiezione più distante, fornisce un<br />

indice dell’efficacia terapeutica delle soluzioni contenute nel business plan.<br />

La verifica del piano è, come intuibile, un’attività assai delicata nella quale è<br />

possibile commettere errori, causa la complessità dei calcoli da eseguire e la<br />

difficoltà dei concetti da sviluppare. Questo aspetto è particolarmente raccomandato<br />

dagli studiosi; oltretutto vanno sicuramente fugate insidie circa<br />

la possibile configurazione d’eventuali falsità materiali (infra). La dottrina<br />

contabile raccomanda peraltro una serie di regole di congruenza dei risultati<br />

alle quali sarà opportuno e necessario attenersi ( 22 ). Lo sviluppo dei calcoli,<br />

da eseguire preferibilmente in via elettronica, si compone essenzialmente<br />

delle seguenti fasi:<br />

Fase 1) Previsione delle vendite. Costituisce il punto di partenza e richiede<br />

l’indagine più approfondita. A tal fine andranno considerati la strategia<br />

dell’impresa ed il mercato dei prodotti;<br />

Fase 2) Previsione del coefficiente di rotazione e determinazione delle<br />

attività operative nette. Tale stima implica la previsione della rotazione<br />

dei crediti, delle scorte, degli immobilizzi e così via. Sarà opportuno, ove<br />

configurabile, che la previsione sia sviluppata per voce contabile (scorte,<br />

crediti ecc). Ovviamente a tal fine sarà indispensabile conoscere la tecnologia<br />

produttiva utilizzata dall’impresa;<br />

Fase 3) Misura della capacità produttiva. La capacità produttiva limita<br />

le vendite che conseguentemente vanno riviste ove non supportabili con gli<br />

impianti esistenti e/o che si ritiene di acquisire;<br />

Fase 4) Previsione del margine di profitto. Tale fase richiede una buona<br />

conoscenza del settore in cui opera l’impresa. A tal fine va segnalato che i<br />

margini di profitto e le spese possono non essere proporzionali alle vendite<br />

per via dell’incidenza dei costi fissi;<br />

( 21 ) Il modello logistico gode di alcune proprietà matematiche che lo rendono flessibile e<br />

quindi molto adotto agli usi pratici.<br />

( 22 ) Penman S.H., op. cit., capitolo su «Full-information forecasting, valuation, and business<br />

strategy analysis».

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