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IL DIRITTO FALLIMENTARE - Cedam

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254<br />

Il diritto fallimentare delle società commerciali<br />

di conservazione di valori aziendali, in modo da far prevalere le ragioni dell’economia<br />

sugli esercizi di pura e semplice classificazione astratta, ovviamente<br />

senza perdere di vista l’esigenza di reprimere le frodi.<br />

Del resto, è risaputo che, quando entra in gioco la frode – sia essa alla<br />

legge o ai creditori – la funzione materiale della complessiva operazione<br />

economica, nella quale il singolo atto s’inserisce, finisce sempre col prevalere<br />

sulla qualificazione formale della fattispecie.<br />

5. A) I pagamenti nei termini d’uso. – Non è certo un caso, se l’elenco<br />

delle nuove esenzioni si apre con «i pagamenti di beni e servizi effettuati nell’esercizio<br />

dell’attività d’impresa nei termini d’uso».<br />

Si tratta, infatti, dell’innovazione più rilevante, sotto il profilo sistematico:<br />

non solo perché sarà presumibilmente quella di più estesa applicazione<br />

pratica; ma soprattutto perché dàun’immagine molto efficace dello spirito<br />

della riforma, la quale è volta a preservare l’attività produttiva dagli effetti<br />

perversi delle revocatorie, a patto che il debitore ed i terzi s’attengano a certe<br />

elementari regole di correttezza.<br />

5.1. In realtà, l’esigenza di mettere in salvo i pagamenti di debiti scaduti,<br />

effettuati con mezzi normali, era già emersa all’interno della commissione<br />

Trevisanato, ma – a mio sommesso avviso – aveva trovato espressione<br />

in termini troppo generici ed insoddisfacenti, per essere accolta.<br />

Si riteneva, infatti, di poter collocare sullo stesso piano tutti gli atti solutori<br />

compiuti con denaro o con altri strumenti ordinari di pagamento,<br />

senza distinguere a seconda del tipo di rapporto, che veniva estinto ( 2 ).<br />

In altri termini, s’equiparava il pagamento della rata di un mutuo, o il pagamento<br />

d’arretrati per certi servizi o forniture, al pagamento delle prestazioni<br />

effettuate per mandare avanti l’azienda, in attesa di trovare uno sbocco<br />

alla crisi.<br />

La formulazione finale della norma, invece, è molto più ristretta, perché,<br />

per un verso, riguarda solo i pagamenti di beni e servizi (effettuati nell’esercizio<br />

dell’attività d’impresa) e, quindi, implicitamente esclude ogni<br />

esenzione per i pagamenti delle rate o dei saldi di mutui (o di altri rapporti<br />

tipicamente creditizi: v. avanti), anche se venuti a scadere proprio alle date<br />

nelle quali sono stati compiuti gli atti solutori; mentre, per altro verso, si<br />

riferisce esclusivamente ai pagamenti compiuti nei termini d’uso, lasciando<br />

fuori dalla predetta immunità i pagamenti di pretese arretrate.<br />

( 2 ) La distinzione, semmai, veniva posta tra atti necessari e atti non necessari alla conservazione<br />

dell’impresa, con la conseguenza di imporre valutazioni di natura teleologica,<br />

che potevano prestarsi ad incertezze ed arbitri.

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